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di Viola Giannoli

La Repubblica, 21 gennaio 2023

La dottoressa Angelica Melia: “È in condizioni discrete ma siamo sull’orlo del precipizio, gli ho sconsigliato di camminare”. In sciopero della fame da tre mesi e un giorno, Alfredo Cospito, l’anarchico di 55 anni detenuto nel carcere di Sassari in regime di 41bis, “l’inferno dal quale mai mi faranno tornare a riveder le stelle”, non ha intenzione di interrompere la sua battaglia.

E nell’ultima comunicazione al suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, ha annunciato che “in pieno possesso delle capacità mentali” si opporrà “con tutte le forze all’alimentazione forzata. Saranno costretti a legarmi nel letto”.

La dottoressa di fiducia Angelica Milia, che ieri alle 13 è entrata per visitarlo al Bancali, ha raccontato: “Speriamo che la situazione si sblocchi perché siamo a un bivio, sull’orlo del precipizio”. Da 118 chili, Cospito ora ne pesa 78, quaranta in meno. “Sta esaurendo il grasso ed è iniziato il catabolismo proteico, i muscoli sono ipotonici e ipotrofici, ridotti di volume”, ha spiegato Melia. “Mi ha chiesto se può camminare nell’ora d’aria, gliel’ho sconsigliato perché consuma ulteriori calorie. Lui sta discretamente bene ma la situazione può precipitare da un momento all’altro”, ha dichiarato la dottoressa.

Cospito assume solo gli integratori che gli permettono di sopravvivere. “Ultimamente mi è stata adombrata la possibilità di un T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio)”, ha raccontato l’anarchico detenuto, per poi aggiungere: “Alla loro spietatezza ed accanimento opporrò la mia forza, tenacia e la volontà di un anarchico e rivoluzionario cosciente. Andrò avanti fino alla fine. Contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. La vita non ha senso in questa tomba per vivi”.

Così Cospito - condannato all’ergastolo e al carcere duro per aver gambizzato nel 2012 l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi e aver piazzato nel 2006 due ordigni esplosivi fuori da una caserma di Cuneo senza provocare vittime - ha descritto al suo avvocato la sua vita al 41 bis: “C’é una finestra nella cella di due metri e mezzo per tre metri e mezzo, una finestra schermata dal plexiglass che non si apre quasi mai e che si affaccia, al di là delle sbarre, su un cubicolo interno circondato da muri di cemento alti metri e metri, schiacciati da una rete metallica a chiudere il quadrato di cielo”. Cospito vive in quella cella da solo per 21 ore al giorno. Le restanti tre, dice Rossi Albertini, “le divide tra un colloquio di un’ora con gli altri 3 detenuti del suo gruppo di socialità e due ore d’aria in quella sorta di cubicolo di cemento dal quale non può vedere un albero, una siepe, un fiore o un filo d’erba, un colore, solo sbarre e cemento”.