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di Sharon Nizza


La Repubblica, 1 giugno 2021

 

La dichiarazione di Yahya Sinwar arriva dopo l'incontro tra il capo dell'intelligence egiziana con il premier Netanyahu e la leadership dell'organizzazione palestinese. In precedenza il vice capo aveva affermato che l'accordo sui detenuti non dovrebbe essere collegato alle questioni palestinesi. La mediazione egiziana per consolidare la tregua tra Israele e Hamas dopo 11 giorni di conflitto potrebbe portare a una svolta anche rispetto alla trattativa in corso da anni tra le parti su uno scambio di prigionieri. Israele pone come condizione che, nei negoziati in corso, vengano consegnati i corpi dei due soldati Oron Shaul e Hadar Goldin - uccisi a Gaza durante l'Operazione Margine Protettivo del 2014 - nonché rilasciati Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, due civili mentalmente instabili che hanno attraversato il confine con Gaza e sono detenuti in ostaggio da anni. Hamas finora si è rifiutato di legare la questione alle trattative per la ricostruzione di Gaza in seguito all'ultimo conflitto, sostenendo che faccia parte di un dossier separato che deve includere il rilascio di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Negli anni sono fallite numerose mediazioni in merito. Negli ultimi giorni, che hanno visto un picco di intensità nell'interventismo del Cairo per cementare il cessate il fuoco, la questione sembra essere tornata di primo piano. Ieri il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ha affermato che Hamas è pronto a condurre negoziati immediati e indiretti con Israele in merito a un accordo per lo scambio di prigionieri. "Ricordatevi il numero 1111, capirete più avanti cosa significa", ha detto Sinwar, in un chiaro riferimento al "Shalit deal", con il quale nel 2011 Israele ha rilasciato 1.027 prigionieri palestinesi, tra cui centinaia di condannati per atti terroristici, in cambio del soldato Gilad Shalit, rapito nel 2006 da una forza di commando di Hamas infiltratasi in Israele attraverso un tunnel sotterraneo.

Secondo fonti riportate dal Canale israeliano Kan 11, Israele avrebbe consegnato a Hamas un mese e mezzo fa - quindi prima dell'ultimo conflitto - un elenco con nomi di prigionieri che sarebbe disposto a rilasciare come parte di un nuovo accordo, senza ricevere riscontro. L'elenco comprendeva "più di qualche dozzina e meno di centinaia di prigionieri". Non è noto se includesse prigionieri "con sangue sulle mani". Sinwar sostiene che i contatti si sono interrotti a causa dello stallo politico in cui si trova Israele da mesi.

Domenica il ministro degli Esteri Gabi Ashkenazi ha affrontato il dossier prigionieri durante l'incontro al Cairo con il suo omologo Sameh Shoukry. Si è trattato della prima visita alla luce del sole di un ministro degli esteri israeliano dal 2008: un chiaro segnale - diretto in primis all'amministrazione Biden - della volontà del presidente al-Sisi di porsi come figura chiave nello scacchiere mediorientale.