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di Monica Guerzoni


Corriere della Sera, 20 giugno 2021

 

Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali: "Noi e il Pd? Il dialogo sta crescendo. L'intesa raggiunta nel precedente governo è l'unico punto di caduta possibile"

 

Con Conte alla guida sarete di lotta e di governo?

"Sulla giustizia non accetteremo mediazioni al ribasso", avverte il ministro Stefano Patuanelli negli stessi minuti in cui, dalla Bocca della Verità, Salvini attacca i magistrati.

 

In questo clima, come farete a riformare la giustizia?

"Con una maggioranza così eterogenea è uno dei temi più difficili da affrontare. Il ruolo della ministra Cartabia sarà determinante, ma si vedrà in Parlamento quali maggioranze si formano e su quale riforma".

 

Per difendere la prescrizione di Bonafede farete le barricate?

"L'intesa raggiunta nel precedente governo è l'unico punto di caduta possibile".

 

Quanto soffre il M5S nel governo Draghi?

"Senza il M5S questo governo non sarebbe nato, è un dato di fatto. Il che non significa retrocedere dai nostri temi, sia al governo che in Parlamento".

 

In autunno uscirete dal governo, come teme il Pd?

"Sarebbe inspiegabile. E per far cosa, poi? Governiamo il Paese da tre anni, abbiamo gestito come forte maggioranza relativa il momento più difficile dal secondo Dopoguerra, dobbiamo esserne orgogliosi e rivendicare il nostro ruolo in un governo che sta portando il Paese fuori dalla pandemia e verso la ripresa economica. Questo momento fondamentale dobbiamo impregnarlo dei nostri principi, come legalità e tutela dei diritti dei più deboli".

 

Ci sarà mai il disgelo tra Conte e Draghi?

"Questa narrazione mi affascina poco, non mi risulta che ci sia un rapporto difficile. Anzi. Lo provano il modo in cui il presidente Conte uscendo da Palazzo Chigi ha favorito la nascita del governo e il modo in cui Draghi tiene in considerazione Conte, riconoscendo che lo scheletro del Pnrr è lo stesso del governo precedente".

 

Letta dice che il governo Draghi fa bene al Pd. A voi non sembra fare altrettanto bene, visto anche l'elenco di riforme sgradite che ha fatto Conte sul "Corriere"...

"Io non vedo differenze, il Movimento patisce come patiscono le altre forze politiche, perché è un governo atipico con tutti dentro".

 

Vi sentite espropriati dal metodo Draghi?

"In Consiglio dei ministri c'è tanta politica. Poi c'è un premier non politico che decide, non sempre facendo la sintesi, ma scegliendo la cosa che per lui e la sua struttura è giusta. E se nella prima fase era difficile trovare gli equilibri, le cose migliorano di settimana in settimana".

 

Provenzano, numero due del Pd, ha contestato l'arrivo di qualche "ultras liberista" al Dipe. Lei come la vede?

"Anche questa volta sono d'accordo con Provenzano. Se riemergessero temi neoliberisti per noi sarebbe un problema, perché riteniamo sbagliate quelle politiche".

 

Come finirà lo scontro tra Conte e Grillo? L'ex premier riuscirà a ridimensionare i poteri del garante?

"Assolutamente no, vuole renderli coerenti con la nuova organizzazione. Ma il garante non può che essere Grillo e il ruolo sarà lo stesso che aveva prima. Non vedo una contrapposizione, ma una concorrenza di interessi per garantire che il M5S possa stare sulla scena politica con una organizzazione più strutturata".

 

Diventerà una "mini Dc"?

"Conte è moderato nei modi, ma estremamente radicale nei principi e nelle idee. Un moderato con la schiena dritta, inflessibile sui principi etici e morali".

 

Di Maio che a Barcellona incontra Letta è la prova di un dualismo insanabile con Conte?

"Dovevano far finta di non conoscersi? Non c'è nessun dualismo tra Di Maio e Conte, lavorando a contatto con entrambi vedo una sintonia di intenti che mi fa ben sperare per il futuro".

 

Per Conte l'alleanza con il Pd non sarà strutturale: vuol dire che potreste di nuovo fare un governo con Salvini?

"Io non sono tra quelli che sostengono che il Movimento deve essere ago della bilancia tra destra e sinistra e che si possa governare con gli uni e con gli altri. Io sostengo l'alleanza con il centrosinistra perché penso che i temi che sono nel nostro dna, dall'innovazione ai diritti dei più deboli, che sono anche i commercianti, gli artigiani e le partite Iva, appartengono a quell'area e non alla destra".

 

Lo ammetta, l'alleanza tra voi e il Pd non decolla.

"Conte lo ha detto bene, non ci deve essere una fusione a freddo col Pd, ma un dialogo sui territori, sui temi e le cose da fare assieme. Dove ci sono le condizioni, come a Napoli, Bologna, Pordenone e in Calabria lo facciamo, dove non è possibile, come a Roma e a Torino, non si fa. Ma il dialogo sta crescendo".