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di Paola Di Caro


Corriere della Sera, 29 giugno 2021

 

Il leader leghista: grave non accetti il dialogo, così strumentalizza le persone. Nuova capigruppo per cercare un'intesa su modifiche e calendario. Il Pd non cede, IV media. Resta altissima la tensione nella maggioranza sul ddl Zan contro l'omotransfobia, con Pd, M5S, Leu e solo in parte Italia viva (che lavora ad una difficile mediazione) ferme sulla difesa del testo, e Lega e Forza Italia che insistono perché venga modificato in più punti. È ancora muro contro muro tra Matteo Salvini ed Enrico Letta. Il primo da giorni ha chiesto, pubblicamente e con messaggio privato, al leader del Pd di incontrarsi per decidere assieme possibili modifiche e assieme valutare il tema complessivo delle riforme. Il secondo non crede alla buona fede e tiene duro.

"Scriverò un WhatsApp di risposta a Salvini, gli dirò: siamo persone serie, andiamo in Parlamento e lì ci confronteremo, non mi sono mai sottratto al confronto, mi aspetto che chi parteciperà sia lì non per affossare la legge ma per discutere del merito", dice Letta. E aggiunge: "La nostra tesi è che oggi c'è una grande occasione per potere approvare quella legge, la nostra linea è: andiamo avanti. Ascolteremo quello che diranno gli altri, ma le dichiarazioni della Lega sono per affossarlo". Insomma, il leader del Pd vuole "capire se questa offerta di Salvini di dialogo rappresenta un girare completamente strada, ma mi sembra strano e improbabile".

Salvini invece si fa forte della posizione del Vaticano, del centrodestra e dei dubbi che albergano anche nel centrosinistra e non molla: "Ddl Zan, incredibile che Letta rifiuti dialogo e confronto, invocati anche dalla Santa Sede, sul tema dei diritti e delle libertà. Io invece insisto, vediamoci e troviamo una soluzione condivisa. Letta non fa gli interessi di chi vuol difendere, anzi usa strumentalmente le persone". Posizione sostenuta da FI. Lucio Malan spera che ci sia un "ripensamento rispetto alla faccia dura mostrata dal Pd in Commissione Giustizia (dove il ddl si sta esaminando, ndr). Anche perché anche tra loro ci sono molti dubbi, e mi aspetto che dopo il Vaticano arriveranno altre prese di posizione. Questa legge è scritta male".

Che succederà adesso? Domani è prevista una riunione con tutti i capigruppo, convocata dal presidente della commissione Giustizia e relatore al Senato del provvedimento, il leghista Andrea Ostellari, per cercare un'intesa prima del voto del 6 luglio sulla calendarizzazione del testo in aula per il 13 luglio. Sulla carta la maggioranza per la calendarizzazione c'è, come per approvare il provvedimento, ma con i voti segreti c'è anche il rischio di andare sotto, nonostante anche nel centrodestra si discuta (l'azzurro Elio Vito sprona i suoi: "Se vogliamo davvero essere europei, il ddl Zan diventi subito legge").

Alla riunione parteciperanno per il Pd sia la capogruppo al Senato Simona Malpezzi, sia quello in Commissione Franco Mirabelli, secondo il quale "se ci saranno proposte serie le valuteremo, ma non stravolgeremo un impianto che funziona. Vogliamo andare avanti, non accettare posizioni pretestuose". E se anche Alessandra Maiorino per il M5S, che ha partecipato alla stesura del ddl Zan, assicura che il suo gruppo sarà compatto e avverte che "qualunque modifica rallenterebbe il lavoro, e le presunte criticità che il centrodestra lamenta non possono essere accolte perché renderebbero la legge monca", chi cerca di favorire un'intesa è Italia viva. Lo conferma il capogruppo in Commissione giustizia Giuseppe Cucca: "Bisogna fare un ragionamento serio, perché il rischio è quello di imboscate in Aula. È importante che la legge passi, ed è sempre meglio poco che nulla".