di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 1 luglio 2021
Terza edizione del programma Acri con un budget di 1,2 milioni e una rete di sostegno sempre più ampia. Righetti: "Non possiamo più accettare una privazione di diritti che definiremmo intollerabile se toccasse noi". Interventi divisi in tre linee: corridoi umanitari, assistenza sanitaria e giuridica, soccorso in mare.
Nel 2020, secondo i dati di Unhcr, sono giunti in Europa 94.080 migranti. Quasi tutti via mare (86.649). Un terzo sono quelli che c'entrano con l'Italia. Dire se siano tanti o pochi è una valutazione molto personale, che non può comunque prescindere dal confronto rispetto al numero complessivo degli abitanti d'Europa: 740 milioni di persone. Tanti rispetto al numero dei migranti sono in ogni caso, invece, i morti e/o dispersi durante il viaggio: il conteggio ufficiale dice 1.066 ma va da sé che il pallottoliere calcola solo quelli di cui si ha notizia. Certo è che quest'anno saranno di più: a neanche sei mesi dall'inizio del 2021 siamo già a 807.
Dopodiché, a parte il discorso dei "quanti", quella che sta sul tavolo come un macigno è la questione del "come" e cioè dei diritti che tutte queste persone hanno o - meglio - dovrebbero avere: "Perché ciò che non possiamo più accettare è una privazione dei diritti di esseri umani che definiremmo intollerabile se semplicemente toccasse noi". Il virgolettato è di Giorgio Righetti, direttore generale di Acri e cioè dell'organismo che riunisce la Fondazioni italiane di origine bancaria.
Ed è questa la riflessione con cui egli ha presentato la terza edizione del Progetto Migranti, iniziativa promossa dalla Commissione per la cooperazione internazionale di Acri con l'obiettivo di proporre risposte concrete rispetto ai problemi dei flussi migratori che interessano l'Italia. Un budget di 1,2 milioni di euro, una rete di 13 Fondazioni di origine bancaria più Fondazione Con il Sud, più 9 tra organizzazioni del Terzo settore e ong, più altri 50 partner pubblici e privati sui territori, per la traduzione pratica delle idee in realtà. Tre le linee di intervento: consolidamento del meccanismo dei corridoi umanitari; sostegno per attività di assistenza sanitaria e giuridica a migranti giunti da poco o di passaggio; supporto alle attività di soccorso in mare.
"Le nostre Fondazioni - ha sottolineato Righetti - sono estremamente orgogliose di dare avvio a questa terza edizione del Progetto. La pandemia non ci ha scoraggiati. Al contrario, questa edizione ha visto un numero di adesioni ancora più alto delle precedenti. Tutte unite per contribuire, insieme alle ong che realizzeranno i progetti, a tutelare i diritti fondamentali delle persone che arrivano in Italia". Senza la pretesa di "risolvere il problema, ovviamente, ma con "l'ambizione di sperimentare e consolidare alcune buone pratiche realizzate dal privato sociale, che possano indicare al pubblico possibili strade da percorrere, replicare ed estendere su scala più ampia".
Gli interventi in programma sono sei, distribuiti nelle diverse linee d'azione. Sul tema dei Corridoi umanitari si parte con un percorso di accoglienza e integrazione, in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio, rivolto a 50 profughi in arrivo attraverso la Grecia. Saranno accolti presso "appartamenti diffusi", aiutati per le prime necessità, riceveranno beni e servizi primari, assistenza legale e medica, verranno accompagnati in percorsi di formazione fino a un inserimento lavorativo. Nello stesso ambito si muoverà "La nuova frontiera dell'accoglienza", in collaborazione con le Chiese evangeliche, per 40 migranti provenienti dai corridoi umanitari aperti tra Italia e Libia: ad accoglierli sarà la "Casa delle Culture" di Scicli (Ragusa).
Nel capitolo dei Corridoi universitari si inserisce invece il progetto "Unicore 3.0" portato avanti con Caritas Italiana per 43 studenti etiopi con protezione internazionale: da inserire in 24 Università di tutta la penisola. Per i minori, in parallelo, è pensato il progetto "Pagella in tasca" (con Intersos) per 35 ragazzi provenienti dal Niger, da avviare alle scuole secondarie.
Poi, sul fronte dell'assistenza sanitaria e giuridica, ci sarà il progetto "D(i)ritti al confine" che nell'arco di dodici mesi interverrà dove si concentrano i migranti in transito: Trieste (in entrata dai Balcani), Ventimiglia e Oulx (in uscita verso la Francia). Infine il progetto #TogetHerForRescue, con Sos Mediterranée Italia, per co-finanziare le operazioni di soccorso in mare che saranno realizzate nel 2021 attraverso la nave Ocean Viking.