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di Valentina Stella


Il Dubbio, 1 luglio 2021

 

Difficile trovare un compromesso tra diritto di cronaca e rispetto delle regole. Ma una cosa dobbiamo chiedercela: chi ha fatto arrivare alla stampa quelle immagini di Santa Maria Capua Vetere?

È innegabile la portata di drammaticità emersa dal video pubblicato dal quotidiano Domani in cui si vedono chiaramente le violenze subìte dai detenuti lo scorso 6 aprile 2020 per mano di centinaia di agenti di polizia penitenziaria. Quelle sequenze di aggressività e sopraffazione dei (finti) custodi verso i loro custoditi, la riproposizione del "sistema Poggioreale" come metodo illegale di punizione, lo svilimento della dignità dei detenuti: tutto ciò è stato un pugno nello stomaco per moltissimi di noi, che pure da anni ci occupiamo di queste vicende, ma soprattutto per altri colleghi che spesso si mostrano indifferenti alle criticità dell'esecuzione penale, e per una grande fetta della società civile. Probabilmente quelle immagini hanno anche spinto la Ministra Cartabia a prendere una posizione più netta nei confronti di quegli accadimenti.

Sicuramente quel video ha disvelato qualcosa per molti inimmaginabile. Come spesso ricorda il sociologo dei fenomeni politici, Luigi Manconi, "il carcere e la caserma sono istituzioni totali, secondo la classica definizione di Erving Goffman: sono strutture chiuse, sottratte allo sguardo esterno e al controllo dell'opinione pubblica e della rappresentanza democratica". Ora invece tutti possono vedere. Ma nonostante il valore pedagogico, siamo sicuri che quel video andava pubblicato? Ci siamo posti la stessa domanda relativamente alle immagini degli ultimi istanti di vita dei passeggeri nella funivia del Mottarone. Non è semplice dare una risposta: c'è il gioco il diritto di cronaca, la necessità di denunciare pubblicamente misfatti così terribili, ma non dobbiamo dimenticare il rispetto delle regole e del codice di rito. Si tratta di un documento che, seppur non coperto da segreto istruttorio, ai sensi dell'articolo 114 comma 2 c.p.p. non può essere pubblicato, in quanto relativo a procedimento in fase di indagine preliminare. E allora ci si chiede: chi ha fatto arrivare ai colleghi del Domani il video? La procura aprirà un fascicolo di indagine per stabilire eventuali responsabilità?