di Aurora Provantini
Il Messaggero, 8 luglio 2021
"Fatto in casa ma non alla buona". Con queste semplici parole Chiara Pellegrini, direttore reggente della Casa di reclusione di Spoleto, ha presentato il concerto che si è tenuto questa mattina, 7 luglio, presso il campo sportivo dell'Istituto, organizzato nell'ambito della Festa della musica, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. L'occasione per ripartire, per tornare alla normalità, seppure con il terrore di un'impennata dell'andamento dei contagi. "Ancora siamo in emergenza epidemiologica e guardiamo con timore alla possibilità di una quarta fase, come la chiamano gli esperti. Ma grazie alla campagna vaccinale che si è svolta anche dentro il carcere è possibile avviarci, pur timidamente, su un percorso di recupero della normalità con la ripresa dei colloqui. Chi più di una persona detenuta può comprendere il valore della normalità, di quelle cose che diamo per scontate quando le abbiamo ma che ci appaiono in tutto il loro valore quando le abbiamo perdute?"
Per questo il concerto di ieri ha assunto un valore speciale. Il pubblico era "interno": non c'erano i familiari (non potevano esserci ospiti esterni a causa dell'emergenza sanitaria ancora in corso) ma c'era la musica. Vera protagonista di un evento che ha consentito a quattro detenuti, diplomati in violino, in contrabbasso o semplicemente dotati di talento, di esibirsi regalando un assaggio di gioiosa normalità a tutti gli altri. "L'essere umano ha bisogno di piccole cose e di grandi cose: la musica è tutte e due" - ha sottolineato con estrema naturalezza Chiara Pellegrini. Con questa filosofia la Casa di reclusione di Spoleto ha aderito alla Festa della musica.
"Ringrazio i musicisti e con loro ringrazio il tecnico del suono, il presentatore e il curatore della grafica. Ringrazio il Capo area educativa Pietro Carraresi, l'educatrice Sabrina Galanti, il Comandante di Reparto Marco Piersigilli, il Vice Comandante Luca Speranza, il personale del settore scuole, l'elettricista e il tanto personale che ha lavorato mettendosi a disposizione in vario modo e con generosità per rendere possibile la realizzazione e la riuscita di questo evento. Concludo dicendo che ci piace scrivere storie - dichiara la direttrice - questo concerto si iscrive dentro la storia del laboratorio musicale di questa Casa di reclusione, fortemente voluto dalla dottoressa Grazia Manganaro. È un laboratorio che ha mosso i suoi primi passi proprio alla vigilia dell'emergenza epidemiologica, la stessa che ne ha rallentato inevitabilmente la crescita, ma che al contempo all'emergenza ha saputo resistere con tenacia e che sicuramente farà ancora tanta strada".