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di Simona Sassetti


La Nazione, 11 agosto 2021

 

La garante dei detenuti Sofia Ciuffoletti: "Ci sono 235 posti e 277 persone. Poca acqua e attività sospese. Questo porta ad autolesionismo e suicidi". È un caldo insopportabile all'interno delle carceri italiane e anche a Ranza l'incubo 'estate rovente' è tornato nelle celle sovraffollate. La struttura del carcere, di cemento e ferro, non fa altro che amplificare il calore e a risentirne è tutta la popolazione penitenziaria, detenuti e operatori. "A San Gimignano ci sono 277 detenuti rispetto ai 235 posti - spiega la garante dei detenuti di Ranza Sofia Ciuffoletti - e tra questi ci sono ancora detenuti di media sicurezza che dovevano essere separati. Un problema grave che aumenta la fatiscenza di queste strutture".

In questi forni incandescenti capita di stare in tre in 12 metri quadrati. "I detenuti passano anche 20 ore al giorno in una cella con 45° - afferma Ciuffoletti. In più ad agosto non ci sono le attività e i corsi come la scuola, falegnameria e giardinaggio". Tutto questo porta sempre più spesso ad atti autolesionisti e suicidi, che si accentuano in queste situazioni estreme. "Questo - afferma - è proprio il momento in cui si verifica il picco annuale di questi atti". Il sovraffollamento e il caldo rovente è in tutte le carceri d'Italia la scintilla che fa scoppiare un incendio di sofferenza.

E se a questa sofferenza si aggiunge la mancanza d'acqua e l'insufficienza delle docce che possono offrire sollievo, si rasenta la tortura. "Ancora oggi moltissimi detenuti - spiega Ciuffoletti - comprano l'acqua in bottiglia per bere e per lavarsi. Questa è una situazione di penuria di approvvigionamento idrico che diventa ancora più drammatica in estate, in violazione di quel principio cardine che è il divieto di tortura e di trattamento disumano e degradante".

Ma a soffrire non sono solo i detenuti ma anche le loro famiglie e gli agenti. "La pena è comune - afferma Ciuffoletti - e coinvolge anche chi entra in carcere per le visite. Ranza ha riaperto ai familiari il 6 agosto, una notizia positiva visto che prima erano solo online, il problema è che questi colloqui, a causa di tutte quelle norme dettate dalla pandemia, vengono fatti all'esterno sotto il sole rovente".

Se la situazione a Ranza resta molto difficile, diversa è quella a Santo Spirito a Siena che, grazie alla predisposizione del carcere e anche a un numero ridotto di persone al suo interno, non sta vivendo tali disagi. "Il carcere di Siena è una situazione particolare, perché è un carcere molto piccolo, una casa circondariale realizzata in un vecchissimo convento e in questo momento ospita poco più di 50 persone - spiega la garante dei detenuti del carcere di Siena Cecilia Collini - Nella situazione problematica generale il carcere di Siena non presenta particolari problemi in estate".