Asca, 25 maggio 2010
L’organico della Polizia penitenziaria di Teramo nei primi anni novanta contava 240 unità, il servizio degli spostamenti dei detenuti era affidato ai carabinieri e i reclusi erano circa 190. Oggi questo dato è raddoppiato è risultano circa 400 carcerati. “A questa crescita”, assicurano dal Sappe, l’organizzazione sindacale più rappresentativa del Corpo, “non è minimamente corrisposto un adeguamento dell’organico. Anzi abbiamo assistito ad una flessione continua, inarrestabile, con pericoli sempre più allarmanti per la sicurezza e con disagi e difficoltà per l’adempimento dei compiti istituzionali”.
Così, spiega il sindacato, la carenza costante ha significato “riposi e congedo ordinario non fruiti, lavoro straordinario e indennità di missione eseguito e non retribuito, accorpamenti di più posti di servizio, inconvenienti quotidiani di interi nuclei familiari, rapporti disciplinari per inadempienze inevitabili, aggressioni e violenze subite e uno stato permanente di malessere e un abbassamento costante e rischioso dei livelli minimi di sicurezza”.
Nei dieci anni di raffronto, il personale collocato in quiescenza o trasferito in altre sedi ammonta a 55 unità: “la sproporzione tra le presenze in carcere e i sorvegliati ordinari è vistosamente traumatica”, denuncia ancora il Sappe, “e diventa ancor più allarmante se si considera che ad una popolazione reclusa stanziale e permanente stabile nell’istituto fa fronte personale del Corpo che effettua orari di servizio organizzati su 3-4 turni lavorativi, nell’arco di una giornata. Vale a dire che il rapporto tra le valenze numeriche indicate si allarga in maniera macroscopica, evidenziando carenza biblica che appare incolmabile”.
Il carcere teramano scoppia per il pesantissimo sovraffollamento e per il sindacato di polizia la classe politica “assiste inerte all’implosione del sistema penitenziario, che con l’avvicinarsi dell’estate renderà certamente rovente l’istituto”. Il sindacato torna così a chieder un’integrazione dell’organico, “per fronteggiare adeguatamente le molteplici esigenze e incombenze”, il potenziamento dell’Area Educativa e Sanitaria e il sostegno di tutte le istituzioni a vario titolo, da quella regionale passando per quella provinciale e locale, “con una popolazione detenuta che comunque continuerà a crescere”.