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Il Gazzettino, 14 aprile 2020


"Con una mano ci hanno tolto il tribunale, con l'altra ci portano il coronavirus". Parole dure quelle pronunciate dal sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo, che ha inviato una formale lettera di protesta al ministero della Giustizia per i cinque casi di positività riscontrati nella casa circondariale del capoluogo carnico tra una parte dei detenuti trasferiti da Bologna.

"Inoltro formale protesta per il trasferimento dei detenuti che ovviamente loro malgrado hanno causato un focolaio all'interno della casa circondariale. In tempi normali l'unica possibilità ragionevole per un sindaco sarebbe esigere l'immediato trasferimento; ora pur comprendendo le criticità che tale operazione richiederebbe, chiediamo comunque in via principale che si valuti l'allontanamento in altra zona, in subordine ci aspettiamo senza indugio dalla sua amministrazione che venga messo in campo ogni mezzo atto impedire il diffondersi del contagio all'interno del carcere tra detenuti e operatori che lavorano nonché a impedire che il medesimo si possa diffondere tra le famiglie dei lavoratori e, in seconda istanza, tra la popolazione extra carceraria. Infine faccio formale richiesta affinché non vengano più effettuati trasferimenti di detenuti in pendenza della fase emergenziale da Covid-19", ha scritto Brollo, che si è espresso anche come presidente dell'Uti Carnia.

La missiva è stata spedita alla Direzione generale detenuti e trattamento del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e ai dipartimenti competenti, nonché per conoscenza al ministro Bonafede, a Fedriga e Riccardi. Secondo Brollo "di tutto c'era bisogno tranne che di dare una mano alla diffusione del virus che è già molto virale di per sé, in un territorio che si sta dimostrando attento nelle misure di contenimento".

Il sindaco ha ribadito la fiducia in medici e operatori dell'AsuFc e la vicinanza "ai lavoratori del carcere ai loro familiari, ai detenuti medesimi". Brollo teme che un'azione esterna possa mettere "a rischio la salute della comunità che rappresento e innesta in un contesto cittadino dove la popolazione sta adottando comportamenti tra i più virtuosi d'Italia, un focolaio potenzialmente in grado di impattare sulla salute di una comunità che sta facendo con successo fronte comune nei confronti del morbo e che se lo vede recapitato da un'istituzione tra le proprie linee".

Ma Brollo evidenzia anche che "ciò è avvenuto in un luogo che, nel dare e avere tra Stato e comunità locale in tema di giustizia e della sua amministrazione, Tolmezzo e la Carnia hanno già dato. Il riferimento è infatti ai provvedimenti di revisione della geografia giudiziaria che hanno portato alla chiusura del Tribunale e della Procura di Tolmezzo nel 2013".

"Per una decisione scellerata dello Stato rischiamo che il carcere di Tolmezzo diventi una seconda Paluzza", dice invece il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini. Mazzolini fa notare come siano stati gli stessi detenuti a far presente agli agenti di Polizia penitenziaria di essere venuti a contatto con un contagiato da coronavirus, poi morto.

"Hanno portato a Tolmezzo queste persone senza dire nulla alle autorità regionali e all'amministrazione comunale. Come è possibile mantenere la distanza fisica tra un agente e un detenuto? Il contatto fisico ci deve essere per forza. Bisognava prendere delle precauzioni. Complice questa decisione rischiamo che il carcere di Tolmezzo diventi una seconda Paluzza". Mazzolini ha chiesto al presidente Massimiliano Fedriga, di contattare il ministero. "Stop ai trasferimenti di detenuti nel carcere di Tolmezzo", chiede anche Renzo Tondo di Noi con l'Italia.