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La Stampa, 23 gennaio 2021


L'Amministrazione comunale di Asti ha ribadito il suo no al "raddoppio" del carcere di Quarto. Un progetto di cui il sindaco Maurizio Rasero non era stato informato, venendone a conoscenza per caso, un anno fa, grazie al Dossier sulle criticità delle carceri piemontesi presentato a fine 2019 dal garante regionale dei detenuti, onorevole Bruno Mellano.

La contrarietà del Comune non ha però influito sul progetto il cui iter è andato avanti con i primi sopralluoghi. La casa di reclusione di Asti è diventata ad Alta sicurezza (con due piccole sezioni riservate ai detenuti comuni). Ospita in media circa 300 carcerati (capienza regolamentare 214). Il nuovo edificio avrebbe una ulteriore capienza di 120 posti.

Il primo problema è rappresentato dalla convivenza che, sebbene da separati in casa, si verrebbe a creare tra detenuti comuni e alta sicurezza. La contrarietà al progetto è stata espressa anche dal garante regionale Mellano, nell'ultimo Dossier 2020. Ieri mattina 22 gennaio in Comune il sindaco Rasero e l'assessore Mariangela Cotto hanno incontrato i vertici dell'Amministrazione penitenziaria: Pierpaolo D'Andria e Catia Taraschi; la garante dei detenuti locale Paola Ferlauto e il regionale Mellano.

Ed ecco le ragioni del "no" da parte del Comune. Il sindaco Rasero ha fatto presente che oltre alle criticità dovute alla convivenza tra detenuti comuni e di massima sicurezza, l'ampliamento del carcere rischia di comportare una negativa ricaduta sociale sul territorio astigiano. L'assessore Cotto ha spiegato il rischio che costituirebbe costruire una nuova struttura ad appena un chilometro di distanza dal fiume Tanaro che spesso a causa delle abbondanti precipitazioni è a rischio esondazione. Inoltre ha invitato a riflettere sulle conseguenze della riduzione delle aree verdi utili per contenere eventuali esondazioni. Il dottor D'Andria, preso atto della posizione contraria del Comune, si è impegnato a riferirle all'Amministrazione Penitenziaria

I garanti dei detenuti - I garanti Mellano e Ferlauto hanno fatto presente alcuni aspetti anche citati nell'ultimo Dossier. Ad esempio il fatto che per costruire la nuova sede carceraria sia necessario eliminare le aree verdi e il campo sportivo, privando la popolazione carceraria di queste risorse. E anche i problemi rappresentati dal dovere duplicare tutti i servizi e sazi (biblioteca, laboratori, socialità, scuola, infermeria e molti altri) per incompatibilità tra detenuti.