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di Antonella Mascali


Il Fatto Quotidiano, 23 gennaio 2021

 

L'intervento del ministro sarà centrato su come spendere i quasi 3 miliardi del Recovery per velocizzare i processi. La relazione di Alfonso Bonafede in Parlamento sarà la prima risposta istituzionale dell'Italia all'Europa che, ora più che mai, ci punta i riflettori in faccia per sapere cosa vogliamo fare per la Giustizia in modo da farla funzionare.

Mercoledì prossimo, il ministro parlerà quasi esclusivamente su come pensa di spendere i 2 miliardi e 750 milioni che verranno dal Recovery Plan per affrontare l'atavica lentezza dei processi: maggiore informatizzazione, e finalmente, un reale corso di aggiornamento per il personale amministrativo, ma soprattutto nuove assunzioni, 16 mila, sia pure a tempo determinato, con l'obiettivo di sollevare i magistrati dagli arretrati e farli concentrare su indagini, processi e sentenze attuali. Quindi, possono tranquillizzarsi Matteo Renzi, o Sandra Lonardo, attanagliata dai dubbi se votare una relazione del ministro "giustizialista".

E chissà se quei dubbi, a Lonardo, le siano venuti per il riemergere di brutti ricordi: il suo arresto avvenuto nel gennaio 2008 proprio nel giorno della relazione del ministro della Giustizia, suo marito Clemente Mastella, che si dimise e fece cadere il governo Prodi. Il ministro Bonafede non ha ancora completato la relazione, ma da quanto ci risulta, non parlerà di questioni rognosissime più che mai, datala crisi politica, come la prescrizione, un esempio non a caso. Le relazioni, d'altronde, si occupano dell'anno appena passato e del corrente.

Quel che è certo è che Bonafede vuole dettagliare quanto ha in testa per accorciare i tempi infiniti della Giustizia, che hanno sempre pesato su mancati investimenti stranieri in Italia. La maggior parte dei soldi, 2 miliardi e 300 milioni, serviranno per costituire "l'ufficio del processo" che, nelle intenzioni del ministro, deve servire per accelerare e snellire i processi. In che modo? Ci saranno, a partire dalla seconda metà del 2021,16 mila assunzioni complessive, 8 mila per volta, a tempo determinato (in alcuni casi per un massimo di 3 anni, rinnovabile solo una volta) come addetti all'ufficio per il processo.

I magistrati onorari "aggregati" saranno 2 mila: mille per due anni e poi altri mille per altri due anni, che avranno il compito di redigere le sentenze dei tribunali civili. Inoltre, sono previsti 100 magistrati onorari ausiliari alla sezione tributaria della Cassazione, 50 per ciascun ciclo previsto, per smaltire l'arretrato della sezione in sofferenza: c'è una pendenza, secondo l'ultimo dato del 2019 di 52.540 procedimenti. Con che criteri verranno distribuiti questi "rinforzi"?

Ci sarà un decreto del ministro della Giustizia che individuerà le esigenze di tribunali e Corti d'appello sulla base della mole di arretrato e di conseguenza verranno stabiliti, per ciascun ufficio del processo, quanti addetti dovrà avere. E passiamo al personale tecnico-informatico, ma anche a ingegneri, architetti o esperti in organizzazione che, secondo il ministro, devono entrare nei palazzi di giustizia per collaborare con i magistrati ai vertici degli uffici giudiziari, che così possono concentrarsi principalmente sull'attività giurisdizionale.

Previste in questo campo 4.200 assunzioni con un contratto a ciclo unico, cioè non rinnovabile. Fin qui, le linee generali. Venendo a qualche dettaglio ulteriore: chi farà parte dell'ufficio del processo deve predisporre, per esempio, bozze dei provvedimenti e per quanto riguarda il processo civile collabora alla raccolta della prova dichiarativa. Guardando a esperienze anglosassoni, si è stimato che queste figure potrebbero incidere fino al 20% sull'accelerazione dei tempi dei processi, perché sgravano molto il lavoro dei magistrati sommersi da fascicoli.

Prevista una selezione "celere", principalmente tra giovani laureati che collaboreranno con i magistrati. Per quanto riguardai magistrati onorari aggregati all'ufficio del processo, i mille assunti per 3 anni, prorogabili solo una volta, andranno nei tribunali civili con più arretrato. Dovranno avere già ampia esperienza alle spalle perché dovranno essere in grado di collaborare con i magistrati sia nella decisione sia nella redazione delle sentenze. E così si investiranno, secondo le previsioni, 2 miliardi e 300 milioni. E i restanti 450 milioni del Recovery Plan saranno destinati all'edilizia giudiziaria.