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di Liana Milella


La Repubblica, 20 aprile 2021

 

Ma come trattenersi se in ballo c'è l'odiata/amata prescrizione? Amata dai 5S che l'hanno proposta con Bonafede. Per dire che i tempi della prescrizione si fermano dopo la sentenza, ma solo di condanna, di primo grado. Anche quella volta - era novembre del 2018 - con un emendamento che cambiava a sorpresa pure il titolo della legge penale inserendo in un articolo di poche righe la nuova prescrizione, e che scatenò subito una bufera perché a presentarlo non fu il Guardasigilli, ma la relatrice Francesca Businarolo di M5S.

C'era il governo gialloverde, e subito la Lega con la ministra per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno protestò parlando di "bomba atomica sul processo penale". Adesso l'ora della prescrizione è arrivata. La Lega, come allora, fa parte del governo. La Bongiorno muove le pedine della giustizia con i suoi parlamentari. Come si è visto nel caso delle intercettazioni.

Fioccheranno le richieste per buttare giù la prescrizione di Bonafede perché anche il compromesso raggiunto con la mediazione dell'ex premier Giuseppe Conte - il lodo Conte-bis - non piace a nessuno. Perché le Camere penali con il loro leader Gian Domenico Caiazza martellano ogni giorno. E questo sarà certamente il punto più sofferto dell'intero disegno di legge.

L'unica via d'uscita, il compromesso possibile, adombrato dallo stesso Bonafede nelle ultime ore del suo governo, quando il precipitare degli eventi gli impedirono - il 27 marzo al Senato, il 29 all'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione, il 30 in Calabria, dov'era riuscito a realizzare l'aula bunker di Lamezia Terme per il processo Rinascita Scott del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri - di spiegare quale fosse la sua soluzione. E cioè un processo penale talmente breve e celere - due anni in primo grado, uno in appello e uno in Cassazione per 4 anni complessivi - tale da annullare per ciò stesso la prescrizione. Una formula che vedrebbe d'accordo sia M5S che Pd e che sarebbe difficile da contestare da parte delle opposizioni.

"Stiamo predisponendo gli emendamenti. Certo. Ma non so dire quanti saranno alla fine. Certo i punti da modificare della legge sono tanti per noi..." ammette Lucia Annibali, la responsabile Giustizia di Italia viva che proprio sulla prescrizione ha fatto una battaglia nel precedente governo cercando di spostare il termine di entrata in vigore il più avanti possibile.

La stessa battaglia di Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione, che già dalle fila di Forza Italia aveva cannoneggiato contro la prescrizione di Bonafede in tutte le occasioni possibili cercando di far cadere il governo in un tranello parlamentare. Anche lui non vuole rivelare nulla degli emendamenti: "Ci sito lavorando - dice -. Saranno molti. La legge va cambiata in tantissimi punti. Non soltanto sulla prescrizione". C'è da scommettere che da lui arriveranno richieste sulle responsabilità del pm quando le indagini durano troppo.

Il Pd cerca di fare da pontiere tra l'ansia della destra per una giustizia del tutto garantista e il giustizialismo di M5S. Il capogruppo in commissione Giustizia Alfredo Bazoli dice che "sì, gli emendamenti non saranno moltissimi, ma non saranno neppure pochi". E quel fascicolo, sul tavolo di Cartabia, rivelerà il necessario compromesso tecnico da raggiungere per non spaccare la maggioranza. Non sarà una sfida facile. Neppure per una mediatrice nata come Marta Cartabia.