di Liana Milella
La Repubblica, 20 aprile 2021
Venerdì 23 aprile, nella commissione Giustizia della Camera, scade il termine per presentare gli emendamenti alla riforma del processo penale. Tutto il centrodestra e Italia viva vanno all'assalto della "odiata" riforma Bonafede. Il caso Grillo acuisce i contrasti. In via Arenula gli esperti di Cartabia sono al lavoro per le modifiche proporrà la ministra.
Si avvicina l'ora del destino della prescrizione dell'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. E non solo, ma anche quella dei futuri tempi del processo, la cui rapidità figura come una promessa nel piano per ottenere i miliardi del Recovery plan. Ma il destino coinvolge anche il processo di Appello, con quali limiti continuerà ad esistere. E le azioni disciplinari contro il pm "colpevole" di impiegare troppo tempo nelle sue indagini e che non deposita rapidamente, e con i dovuti omissis, le carte per garantire un congruo diritto di difesa. E ovviamente anche le intercettazioni, il loro uso (e per i nemici dello strumento "l'abuso"). E la sorte che avranno il rito abbreviato e il patteggiamento, antichi fiori all'occhiello del nuovo codice del 1989.
Venerdì 23 aprile, ore 12. È la data segnata in rosso sul calendario della commissione Giustizia della Camera. Scadenza rossa soprattutto per il centrodestra di governo, Lega, Forza Italia, Azione, e all'opposizione, Fratelli d'Italia. Data rossa anche per Italia viva. Mentre il M5S gioca in difesa per salvare il più possibile della riforma Bonafede. Il Pd punta soprattutto sulla giurista Marta Cartabia, la ministra che in via Arenula ha messo al lavoro il gruppo presieduto da Giorgio Lattanzi, l'ex presidente della Consulta che l'ha preceduta nello stesso incarico, giurista ed ex presidente della prima sezione penale della Cassazione, quella deputata ad affrontare e risolvere i casi giuridicamente più difficili.
Sarà una partita difficilissima, sulla quale da ieri incombe anche il caso di Beppe Grillo, il suo video a difesa del figlio, le polemiche durissime che ne sono scaturite. Un giustizialista divenuto improvvisamente garantista se a finire nelle mani dei pm è un parente strettissimo. Una partita sicuramente ricca di colpi di scena. Sulla quale, almeno fino a ieri sera, tutti giocavano a carte molto coperte. Nessuna indiscrezione ancora sulle richieste di emendamento. "Sicuramente saranno molte..." ammette Pierantonio Zanettin di Forza Italia ed ex laico del Csm che se ne sta occupando. E che aggiunge: "Anche se la Cartabia ci ha raccomandato di limitarci...".