di Monica Ricci Sargentini
Corriere della Sera, 1 maggio 2021
Una corte di Istanbul ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati di Osman Kavala, filantropo, difensore e promotore di diritti umani in carcere da più di tre anni e mezzo, in attesa di giudizio. L'uomo è stato rinviato a giudizio in due diversi processi: nel primo il pubblico ministero ha formulato, il 4 marzo 2019, una richiesta di ergastolo per le proteste di Gezi Park nel 2013, che secondo il pubblico ministero puntavano a rovesciare il governo ed erano, secondo l'accusa, dirette dallo stesso Kavala. Il 18 febbraio 2020 il filantropo era stato assolto ma poche ore dopo il procuratore di Istanbul aveva chiesto la continuazione della sua detenzione con l'accusa di spionaggio.
Il 5 dicembre del 2020 il Comitato del ministri del Consiglio d'Europa aveva sollecitato la Turchia a rimettere in libertà l'imprenditore, cofondatore di Iletisim Yayiniari, una delle più gtandi case editrici turche e presidente dell'Istituto Anadolu Kültür, da lui fondato. Il 10 dicembre 2019 Kavala rimane in carcere nonostante la sentenza emessa lo scorso 10 dicembre la Corte europea dei diritti umani aveva chiesto il suo rilascio immediato, valutando che la sua detenzione e l'inchiesta ai suoi danni siano mosse dall'obiettivo di ridurre al silenzio lui e la società civile turca. prima la Corte Europea dei diritti umani aveva ritenuto politicamente motivata la detenzione dell'imprenditore. Ankara ha ritenuto non vincolante la decisione della corte con sede a Strasburgo, che aveva accolto le richieste degli avvocati del filantropo, precedente al successivo procedimento e alla richiesta del nuovo ergastolo. Gli altri 13 imputati, nessuno dei quali in carcere, rischiano invece pene tra i 15 e i 20 anni; tra questi ci sono alcuni avvocati e diversi attivisti. Un'ulteriore richiesta di ergastolo per l'attivista è arrivata lo scorso 9 ottobre, in un processo relativo al tentato golpe del luglio 2016.