sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Marcello Pesarini*

Ristretti Orizzonti, 11 novembre 2023

All’interno della Finanziaria “Prometti e non mantieni” dell’esecutivo Meloni, il Ministero delle Infrastrutture di Salvini sostiene di avere a disposizione 166 milioni di euro per la ristrutturazione di alcune strutture penitenziarie. Alcuni di essi aumenteranno la capienza, altri rabberceranno o ammoderneranno.

Ma in questo Medio Evo che nulla trascura, dall’esportazione di immigrati in Albania, al mancato impegno governativo per il cessare delle ostilità nella Striscia di Gaza, a fronte di un calo dei reati negli ultimi tre decenni, e dalla constatazione che le alternative alla detenzione sono in grande crescita, dalle 3mila di trent’anni fa sono diventate oltre 60mila, più dell’intera popolazione carceraria che perciò è costituita da 60.000 ristretti e 60.000 in misure alternative.,

L’opposizione, dal canto suo, tre giorni fa ha presentato alla Camera una proposta di legge sulle case territoriali di reinserimento sociale, ovvero “una riforma possibile del carcere”, come la definisce il primo firmatario Riccardo Magi. La proposta mira a “istituire strutture alternative al carcere, volte ad accogliere tutti i detenuti e le detenute che stanno scontando una pena detentiva anche residua non superiore a dodici mesi”. Parliamo di 7.200 persone (dati aggiornati al 31 dicembre dell’anno scorso) che potrebbero uscire di prigione, con un miglioramento sensibile della vivibilità all’interno degli istituti di pena, che vedrebbero diminuire sensibilmente la loro popolazione, che, al 31 ottobre, ammonta a 60.000 unità, di cui 8.000 in sovrannumero.

“In queste nuove strutture, di capienza limitata, compresa tra cinque e quindici persone, che sarebbero istituite d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, sentiti i Comuni, sarebbe concretamente possibile dare attuazione al principio costituzionale della finalità rieducativa della pena, con lavori di pubblica utilità e progetti che coinvolgano figure di educatori, psicologi e assistenti sociali, e altre attività cogestite con enti del terzo settore - questo prevede la pdl. Anche il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, presieduto da Mauro Palma, aveva evidenziato l’opportunità di istituire strutture di responsabilità territoriale diverse dal carcere di questo tipo, riconoscendo l’inadeguatezza della stragrande maggioranza delle carceri italiani a rappresentare un luogo in cui sia garantito il reinserimento Sociale dei detenuti”. Oltre a Magi, la proposta è stata sottoscritta da Deborah Serracchiani e Federico Gianassi del Pd, Enrico Costa di Azione, Luana Zanella e Devis Dori dell’Avs e Benedetto Della Vedova di Più Europa.

Nei 6 istituti marchigiani, che ospitano 914 detenuti, di cui 23 donne, su una capienza regolamentale di 837, le numerose attività trattamentali segnano spesso il passo anche per il sovraffollamento, del quale peraltro soffrono agenti di polizia penitenziaria e personale pedagogico e sanitario.

Guardiamo infine con speranza alle dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia e senatore Andrea Ostellaro, che ha dichiarato che entro il 20 novembre entreranno in carica 57 nuovi direttori di Carcere in tutt’Italia, superando il fenomeno delle direzioni a scavalco. Anche nelle Marche, oltre a un Dipartimento Amministrazione Penitenziaria in comune con l’Emilia Romagna, abbiamo più di un istituto con direttori con due e tre incarichi contemporanei.

*Sinistra Italiana Marche