di Franco Corleone e Andrea Pugiotto
L’Unità, 29 settembre 2023
C’è un passaggio della sua presidenza rimasto in ombra in questi giorni di celebrazioni. È la denuncia dello stato delle nostre prigioni, lontano anni luce dalla Costituzione. Culminata nel messaggio alle Camere (il solo del suo mandato) sul dovere di porre fine anche con provvedimenti di clemenza a una situazione non più sostenibile costata all’Italia la condanna della Cedu. Inizia tutto con un convegno del Partito radicale e un’intuizione di Pannella.
di Andrea Aversa
L’Unità, 29 settembre 2023
Intervista a Maurizio Turco, Partito Radicale. Deputato, eurodeputato, Tesoriere e poi Segretario del Partito Radicale. Una vita impegnata in politica e per le battaglie sui diritti umani e civili. Soprattutto, un’esistenza vissuta al fianco di Marco Pannella. Maurizio Turco ci ha rivelato alcuni aneddoti legati al rapporto tra lo storico leader radicale e il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Ha parlato di questo governo e dell’attuale scenario globale, spiegando quali sono le iniziative ‘radicali’ in corso,
morningfuture.com, 29 settembre 2023
Nonostante gli sgravi fiscali, solo cinquemila su 57mila lavorano all’esterno del carcere. In più, anche chi trova posto in organizzazioni esterne al penitenziario mentre sconta la pena, raramente riesce a conservare l’impiego anche quando termina il periodo di reclusione.
padovaoggi.it, 29 settembre 2023
Il leghista ha incontrato i provveditori regionali dell’amministrazione penitenziaria e durante il colloquio è stata illustrata la nuova circolare sul trasferimento dei detenuti riottosi. Nella mattinata di ieri, 28 settembre, il Sottosegretario e Senatore padovano Andrea Ostellari, ha incontrato i Provveditori regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, insieme al Capo del Dipartimento, Giovanni Russo, e al Direttore Generale dei Detenuti, Gianfranco De Gesu. Durante il colloquio è stata illustrata la nuova circolare sul trasferimento dei detenuti riottosi.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 29 settembre 2023
L’utilizzo delle intercettazioni viene esplicitamente esteso alle indagini per reati, tentati o consumati, legati al traffico illecito di rifiuti, alle fattispecie aggravate dal metodo mafioso, ai sequestri di persona con finalità estorsive e al terrorismo. Vengono però limitate le trascrizioni delle intercettazioni irrilevanti. Il Pm poi dovrà indicare per iscritto quanto ha speso per ogni intercettazione. Via libera della Camera (con 201 voti a favore, 125 contrari e cinque astenuti) alla fiducia al decreto legge che contiene disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonchè in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione. Si tratta del dl omnibus che contiene anche le norme sulle intercettazioni. Come stabilito in Capigruppo, al voto finale si arriverà questa sera: le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 18.30. Una volta approvato, il decreto passerà al Senato dove i tempi per la conversione sono strettissimi
di Francesco Grignetti
La Stampa, 29 settembre 2023
Il centrodestra modifica le regole, dopo il 27 ottobre il voto della Camera. Il Terzo polo è a favore, contrari M5S e Pd. Prescrizione, si ricomincia. La Camera sta modificando di nuovo le regole sulla prescrizione dei reati. Ieri si è espressa a larga maggioranza la commissione Giustizia della Camera, dopo il 27 ottobre ci sarà il voto dell’Aula. Il senso però è chiaro: si archivia anche l’ultimissima versione, che risaliva a solo due anni fa, quando Marta Cartabia era la ministra. La maggioranza, con in più i voti di quello che fu il Terzo Polo, si appresta a tornare alla situazione che precede la riforma di Alfonso Bonafede. In buona sostanza, si torna alla prescrizione sostanziale e si abbandona quella processuale. Per i non addetti ai lavori, significa che ogni reato avrà i suoi tempi di prescrizione.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 29 settembre 2023
Verso la nuova riforma. C’è l’accordo in maggioranza - con il non imprevedibile sostegno di Italia Viva e Azione - sulla riforma delle intercettazioni. La Commissione giustizia della Camera ha votato come testo base la proposta di Pietro Pittalis di Forza Italia, che, come detto sia dallo stesso autore sia dal relatore di maggioranza Andrea Pellicini (FdI), porterebbe a un ritorno alla ex Cirielli. In buona sostanza il tempo di estinzione dei reati correrebbe in tutti i gradi di giudizio, cancellando l’improcedibilità della riforma Cartabia, il blocco dopo la sentenza di primo grado della riforma Bonafede e impedendo la dichiarazione della prescrizione in fase di impugnazione come previsto dalla riforma Orlado. Si tratta, ad ogni buon conto, di un testo base che potrà essere soggetto a modifiche ed emendamenti prima di finire in aula, il 27 ottobre.
di Errico Novi
Il Dubbio, 29 settembre 2023
Archiviato due volte Bonafede: addio al “fine processo mai” e all’uso della “pesca a strascico” per i reati di corruzione. In rivolta 5 Stelle e Pd. Verrebbe da dire: il gran giorno dei garantisti. Alla Camera, non in un convegno affollato ma velleitario. Nel giro di poche ore a Montecitorio va a segno un doppio colpo, condito da ulteriori chicche, impensabile solo fino a qualche giorno fa.
Santalucia: “Processi a rischio con la stretta sulle intercettazioni e il ritorno alla prescrizione”
di Liana Milella
La Repubblica, 29 settembre 2023
Intervista al presidente dell’associazione nazionale magistrati: “Il vero garantismo è quello che attua la Costituzione”. “La stretta sulle intercettazioni e il ritorno alla prescrizione del 2005 mettono in pericolo l’esigenza di tutelare i diritti della persona e assicurare l’effettività dell’accertamento penale”. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia racconta a Repubblica tutti i suoi dubbi e le sue perplessità sugli ultimi interventi legislativi della maggioranza.
di Giovanni Bianconi
Corriere della Sera, 29 settembre 2023
I genitori: “Roma cambi atteggiamento con l’Egitto”. L’udienza preliminare tra novembre e dicembre, in primavera al via il dibattimento. Quello rimosso dalla Corte costituzionale era l’insormontabile impedimento che teneva bloccato il processo ai quattro militari egiziani imputati del sequestro, le torture e la morte di Giulio Regeni. Dunque la sentenza della Consulta farà ripartire - appena sarà pubblicata, entro qualche settimana - l’udienza preliminare sospesa dal giudice Roberto Ranazzi il 31 maggio scorso. Ma tolto quel macigno, restano molti ostacoli sulla strada del processo a carico del generale Sabir Tariq, i colonnelli Mohamed Athar Kamel e Helmy Uhsam, il maggiore Magdi Ibrahim Sharif. La Procura di Roma li ritiene responsabili del rapimento di Giulio al Cairo, la sera del 25 gennaio 2016, e uno di loro - il maggiore Sharif - anche delle violenze subite dal ricercatore italiano durante i giorni della prigionia fino all’uccisione, il 3 febbraio.
- Lasciatemi esprimere qualche dubbio su quella “sentenza Regeni”
- Caso Regeni? No, non si sostituisce la diplomazia con la giustizia penale
- Roberto Fico: “Su Regeni in gioco la dignità. L’Italia adesso si faccia valere”
- Verona. Carcere di Montorio, Bisinella: “Struttura da supportare. Situazione insostenibile”
- Palermo. Dopo il forno anche il bistrò: il carcere minorile rigenera chi ha sbagliato