di Patrizia Maciocchi
Il Sole 24 Ore, 26 settembre 2023
Depositate le motivazioni con le quali il 9 marzo scorso il Tribunale di Siena ha confermato la condanna di cinque agenti per la violenza nei confronti di un detenuto tunisino e affermato la natura autonoma del reato. La tortura di Stato è un reato autonomo e non un’aggravante. La norma è, infatti, destinata a prevenire e ad arginare atti di violenza come quelli commessi a San Gimignano da agenti che hanno tradito il loro mandato e minato la dignità e l’immagine delle istituzioni pubbliche. Il Tribunale di Siena affida ad oltre 250 pagine, le motivazioni con le quali il 9 marzo scorso ha condannato cinque agenti penitenziari del carcere toscano, con pene da 5 anni e 10 mesi fino a 6 anni e 6 mesi per torture, falso e minaccia aggravata.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 26 settembre 2023
Secondo i giudici, l’uomo condannato a 30 anni per l’assassinio della 26enne, è sinceramente pentito: è la prima volta che l’istituto introdotto con la Riforma Cartabia viene applicato.
di Mitja Gialuz* e Michele Passione**
Il Dubbio, 26 settembre 2023
Due articoli in tre giorni: bisogna dare atto a Oliviero Mazza di aver preso sul serio l’impegno ad animare il dibattito attorno alla giustizia riparativa, salutata sin dalla scorsa estate dalle pagine di questo giornale con giudizi lapidari, che le vacanze non hanno mutato.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 26 settembre 2023
Giustizia riparativa, parla Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale alla Statale di Milano: “È importante non alimentare allarmismi, non c’è stato alcuno sconto di pena”. Nel dibattito aperto nei giorni scorsi sulle colonne del Dubbio in tema di giustizia riparativa, si inserisce il professor Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale alla Statale di Milano e vicepresidente della Scuola superiore della magistratura.
di Dacia Maraini
Corriere della Sera, 26 settembre 2023
Cosa fare per prevenire questi eccidi? È una domanda che si fanno in molti. Il racconto purtroppo è sempre lo stesso: un uomo e una donna si incontrano, si amano, si sposano o convivono facendo spesso dei figli. Dopo qualche anno, se lei non mostra una totale passività, lui comincia a smaniare. Vorrei non dovere intervenire ogni minuto per esprimere l’indignazione di tante donne che si sentono trattate come fossero una etnia minoritaria, prese di mira da uomini rabbiosi e fatte fuori come nemiche da cancellare.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 26 settembre 2023
Cosa Nostra è Stata sconfitta dalla forza dello Stato. Giornalisti, magistrati e politici si rassegnino. Anche l’ultimo dei “figli cattivi” dello Stato non c’è più. Dopo Bernardo Provenzano e Totò Riina, e poi anche Raffaele Cutolo, ex capo della Nuova Camorra organizzata, anche Matteo Messina Denaro se ne è andato. Anche lui per morte “naturale”, per quanto normale possa essere sopravvivere per anni nel regime speciale previsto dall’articolo 41-bis dell’Ordinamento penitenziario.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 26 settembre 2023
Adesso che l’ultimo grande boss di Cosa Nostra non è più in vita chi prenderà il suo posto nell’immaginario giornalistico? Ne va di un filone letterario che ignora scientemente i fatti per inseguire vecchi fantasmi. L’uscita di scena di Matteo Messina Denaro è stata provocata “solo dalla malattia”, si rammarica La Repubblica, non si sa in base a quale verosimile alternativa: la fucilazione? L’iniezione letale? La pasticca di cianuro come i gerarchi del Terzo Reich? O magari una spettacolare sparatoria con la polizia come accadde al colombiano Pablo Escobar.
di Samuele Sansonetti
tusciaweb.eu, 26 settembre 2023
Parla la moglie di un detenuto che nei giorni scorsi ha salvato la vita a un ragazzo: “Fortunatamente è riuscito a tirarlo giù, nel carcere la situazione è sempre più tragica”. Un detenuto morto, altri due che hanno tentato il suicidio e altri ancora che hanno appiccato un incendio in cui alcuni agenti di polizia penitenziaria sono finiti intossicati. È il tragico bilancio degli ultimi giorni al carcere di Mammagialla, dove la situazione è sempre più pesante a causa del personale che scarseggia e del numero troppo alto di detenuti presenti.
viterbotoday.it, 26 settembre 2023
Il garante dei detenuti Stefano Anastasia ha visitato il carcere di Mammagialla. La giornata è iniziata dal reparto di medicina protetta e dal Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) del nosocomio viterbese. Qui il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio ha incontrato un uomo e una donna internati, in attesa di essere trasferite in Rems. “La situazione dell’uomo - riporta Anastasia - è in via di soluzione, in quanto dovrebbe essere trasferito in Rems nei prossimi giorni. Difficoltà ci sono ancora per la donna che si trova nello Spdc, piantonata da diversi mesi e che invece dovrebbe essere trasferita nella Rems di Pontecorvo. È una situazione di disagio sia per la donna sia per il reparto, nel quale i pazienti dovrebbero restare per il tempo strettamente necessario al trattamento delle acuzie e non per mesi come in questo caso”.
di Emanuele Floris
L’Unione Sarda, 26 settembre 2023
L’avvocato di un ventiseienne sassarese: “Vorrei capire come è possibile che sia dichiarato incapace di intendere e di volere a Cagliari e Nuoro, ma qui no”. Costretto in carcere senza poterci stare. È il singolare caso di un ventiseienne sassarese, ieri condannato dal tribunale di Sassari a sei mesi per il danneggiamento di un tavolino e di una porta blindata a Bancali.
- Torino. Detenuti coinvolti in lavori di pubblica utilità per la raccolta rifiuti
- Torino. Convegno sul ruolo delle Regioni nel sistema penitenziario
- Ferrara. La Notte europea dei ricercatori “entra in carcere”
- Monza. La voce di chi sta dietro le sbarre: carcere e arte a Palazzo Borromeo
- Quando la Rsa diventa una prigione