di Andrea Papaccio Napoletano
monza-news.it, 27 novembre 2023
Parmigiano reggiano solidale per sostenere i detenuti di Monza. L’associazione Carcere Aperto, che opera a favore dei reclusi della casa circondariale di Monza, propone una iniziativa di solidarietà in collaborazione con il circolo di Seregno delle Acli. Si tratta di acquistare del parmigiano reggiano, proveniente dal caseificio sociale Santa Lucia di Sestola, dove lavora un ex detenuto. Il formaggio sarà venduto in pezzi da 500 grammi, al prezzo di 10 euro ciascuno.
nev.it, 27 novembre 2023
Nell’ambito del progetto “Nuove Storie Liberate”, promosso dal Collettivo Informacarcere del Centro Sociale Evangelico di Firenze, sabato 2 dicembre 2023, dalle 10 alle 17.30, si svolgerà presso la BiblioteCaNova di Firenze il convegno “Le parole che riflettono. Incontro sulle scritture dal carcere”. “L’iniziativa - spiegano i promotori - vuol essere l’occasione per un confronto tra varie esperienze di scrittura nei penitenziari italiani e per la promozione di nuove possibili collaborazioni con le realtà della società civile che vogliono prendersi cura delle storie private che “evadono” dalle carceri per farle diventare preziose testimonianze pubbliche”.
La Repubblica, 27 novembre 2023
Il progetto è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma ed è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 - 2024”. Oggi, 27 novembre e domani, martedì, al teatro Centrale Preneste - via Alberto da Giussano, 58 a Roma -l’Associazione Per Ananke propone due incontri di formazione dal titolo Teatro in carcere: la drammaturgia contemporanea nei luoghi ristretti. Gli incontri saranno tenuti da Francesca Tricarico, regista e ideatrice del progetto teatrale Le Donne del Muro Alto, di cui quest’anno ricorre il decennale, rivolto a donne detenute, ex detenute e ammesse alle misure alternative alla detenzione e saranno seguiti dalla messa in scena dello spettacolo Olympe, pseudonimo di Marie Gouze, drammaturga e attivista francese che visse durante la rivoluzione francese: i suoi scritti femministi e abolizionisti ebbero grande risonanza.
di Roberta Barbi
vaticannews.va, 27 novembre 2023
Un compleanno speciale, quello della compagnia teatrale nata nel carcere femminile di Rebibbia dieci anni fa e oggi presente anche nel Nuovo Complesso e nella casa circondariale di Latina, celebrato a poca distanza dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Per festeggiare le detenute hanno portato in scena “Olympe”.
di Lucia Secchi Tarugi*
Il Dubbio, 27 novembre 2023
Femminicidio è un neologismo, potremmo dire che nel suo significato attuale lo inventa, nel 1993, l’antropologa Marcela Lagarde che lo usa per dare un nome a quella forma estrema di violenza di genere diretta contro le donne, prodotto della violazione dei loro diritti umani in ambito pubblico e privato; una violenza che si realizza tramite una serie di maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale.
di Giorgia Serughetti*
Il Domani, 27 novembre 2023
Da tempo non si vedeva una manifestazione di queste dimensioni, animata da persone giovani e giovanissime. Cos’è successo? Cosa c’è all’origine di quella che a tutti gli effetti appare come una nuova “ondata” del femminismo, e insieme come il ritorno di un più grande desiderio di politica? “Siamo marea”: da anni questo grido si leva dalle piazze del 25 novembre convocate dal movimento Non Una di Meno. Sabato più che mai è stata una marea, spesso disordinata: un popolo senza bandiere e simboli, centinaia di migliaia di donne, ma anche uomini e persone non binarie, scese in strada per dire “basta”. Basta all’orrore, al terrore che nasce da una violenza senza fine. La rabbia per la morte di Giulia Cecchettin e di tutte le altre si è trasformata in energia, in forza che scaturisce dall’agire insieme.
di Nicola Belfiore*
Il Fatto Quotidiano, 27 novembre 2023
“Bisogna intraprendere un percorso di educazione all’affettività e chi meglio della scuola per una diffusione capillare ed efficace”. Questa, da qualche giorno, l’affermazione rimbalzata sulla bocca di tutti e diffusa dai telegiornali nazionali. Sulla scia dell’ultima atrocità sull’ennesima donna, ecco che ritorna in ballo la scuola. Succede puntualmente ogni volta che i nostri governanti prendono coscienza, in un momento di lucidità mentale, del ruolo fondamentale e direi indispensabile che la scuola riveste nel nostro paese e in tutto il mondo.
di Filomena Gallo*
Il Dubbio, 27 novembre 2023
Ognuno è diverso ed è per questo che è giusto garantirci la possibilità di decidere se curarci, come e fino a quando. Ogni volta che qualcuno mi chiede perché sono a favore dell’eutanasia e del suicidio assistito, spiego che non sono a favore dell’eutanasia e del suicidio assistito ma della libertà e della possibilità di scegliere. Quasi ogni volta aggiungo che questa libertà e che questa possibilità di scegliere sono garantite dalla Costituzione italiana, principalmente dagli articoli 2, 3, 13 e 32 - ma dall’intera carta costituzionale che ruota intorno ai diritti fondamentali della persona.
di Mauro Magatti
Corriere della Sera, 27 novembre 2023
L’Occidente, dove il livello di secolarizzazione tocca livelli mai visti, soprattutto in Europa, fatica a capire il punto. L’intreccio tra politica e religione costituisce uno dei nodi centrali dell’agenda contemporanea. In Ucraina, Putin ha utilizzato l’ombrello che gli ha offerto la chiesa ortodossa, guidata dal patriarca Kirill, per legittimare l’invasione condotta in nome “della difesa dei valori della tradizione della Grande Madre Russia”.
di Montana Bell*
L’Unità, 27 novembre 2023
Ho tentato il suicidio il primo giorno di isolamento facendo un cappio con la maglietta e legandolo a una presa d’aria della cella. Quando ho informato le guardie delle mie idee suicide, hanno detto: “Vai avanti e ucciditi”. Ho provato altre tre volte quella notte. Ero stato messo in questa unità di isolamento in una prigione di una remota città della Pennsylvania insieme ad altri 40 uomini. Siamo rimasti chiusi nelle nostre celle, da soli, per 22-24 ore al giorno, sotto luci che non venivano mai spente, con le guardie che bussavano alle pareti per assicurarsi che non potessimo dormire. La privazione del sonno è stata condannata dalle Nazioni Unite, che hanno invitato gli Stati Uniti a vietare questa pratica. Il Dipartimento penitenziario afferma che l’unità è destinata a ospitare membri di bande, ma io non ero un membro di una banda. Era solo per isolarci, abusare di noi e controllarci con il pretesto di sicurezza per un periodo di tempo indefinito.
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