di Giulia Merlo
Il Domani, 10 settembre 2024
Annunciato a metà luglio dal ministro Nordio e inserito nel decreto carceri, la nomina è “una priorità” secondo via Arenula ma la pausa estiva ha messo tutto in stand-by. Dopo l’ennesima evasione, questa volta dal carcere di Avellino, e il settantesimo detenuto suicida a Vicenza, l’emergenza che riguarda il sistema penitenziario è sempre più conclamata. A mancare, invece, sono contromisure efficaci. Come da timori estivi, il decreto carceri varato dal governo non ha prodotto alcun effetto concreto, e anche la nuova figura del commissario ad hoc per le carceri annunciata con enfasi dal ministro della Giustizia Carlo Nordio tra gli strumenti operativi per risolvere l’emergenza è ancora solo sulla carta.
In memoria di Youssef, morto in carcere a 18 anni: “La tragedia della sua sofferenza riguarda tutti”
di Cecco Bellosi*
Corriere della Sera, 10 settembre 2024
Il ragazzo appena maggiorenne morto bruciato nella sua cella a San Vittore era stato ospite di comunità per minori in cui si era fatto amare da tutti. Nella notte tra giovedì 5 e venerdì 6 settembre è morto a 18 anni, bruciato in cella a San Vittore, Youssef Barsom, un “nostro” ragazzo. Dico “nostro” non solo perché è stato in comunità minori, ma anche perché abbiamo provato più volte a continuare ad accoglierlo anche quando se ne andava a Milano finendo nei guai che gli hanno fatto varcare la soglia di quell’inferno che è oggi San Vittore. Ci abbiamo provato ad accoglierlo anche a Tirano, dato che Youssef aveva dei problemi importanti di sofferenza psichica, ma la sua ansia di fuga appariva in certi momenti incontenibile. Una fuga nel mondo che è diventata fuga dal mondo.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 10 settembre 2024
Attualmente risultano 21 bambini che vivono in carcere con le loro 18 madri detenute. Gli infanti detenuti insieme alle loro madri sono ospitati in luoghi differenti, a volte molto diversi tra loro. Così come non mancano casi di detenute incinta che hanno perso il loro bambino. Tutto ciò mentre la maggioranza vuole modificare proprio quella legge che tende a tutelari le donne in gravidanza. Gli ambienti in cui vengono collocati i bambini di detenute possono essere suddivisi in tre principali categorie. La prima e più numerosa categoria è rappresentata dagli Istituti a Custodia Attenuata per Madri (Icam). Questi istituti sono stati pensati per accogliere donne incinte o con figli sotto i sei anni, quando il giudice valuta compatibile questa soluzione con le esigenze cautelari. Attualmente, in Italia sono operativi quattro Icam, ognuno con caratteristiche specifiche.
di Samuel Botti
true-news.it, 10 settembre 2024
Tra evasioni e botte, suicidi e mancanze di personale per il leader di Alleanza Verdi e Sinistra è a rischio la tenuta del patto sociale nel Paese. Tra carceri e ospedali, le strutture pubbliche italiane stanno vivendo un momento drammatico. Pochi giorni fa un detenuto di 18 anni è morto carbonizzato nella sua cella alla Casa Circondariale di Milano San Vittore. Insieme al compagno di cella, avrebbero appiccato il fuoco per bruciare un materasso. Ora il sopravvissuto è indagato per omicidio colposo. Questa morte si aggiunge ai 70 suicidi di detenuti e 7 di guardie penitenziarie da inizio anno. Il sovraffollamento stimato nelle prigioni italiane è superiore al 130%, con circa 62mila detenuti e 46mila posti disponibili, la capienza regolamentare si aggira intorno ai 51mila posti: 4360 in meno del previsto.
tg.la7.it, 10 settembre 2024
“Chiudere tutte le carceri minorili, il recupero va fatto attraverso percorsi educativi più che detentivi”. Secondo la Salis il ricorso a misure alternative per i minori sta diminuendo, mentre la detenzione in carcere sta diventando la normalità. L’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra aveva visitato il carcere di San Vittore e subito dopo aveva ipotizzato l’abolizione del carcere. Ora chiede anche la chiusura di tutte le carceri minorili. Comincia col carcere Beccaria di Milano. “L’istituto penitenziario per minori come tanti altri, è infatti un vero disastro, pieno di criticità che si ripetono da anni e che non possono più essere ignorate. Le problematiche sono molteplici, dalla carenza di mediatori culturali alle strutture fatiscenti, dalla mancanza di adeguati programmi di reinserimento alla violenza usata come strumento di gestione. Non possiamo dimenticare le immagini del brutale pestaggio di un detenuto 15enne da parte di più agenti di polizia penitenziaria, avvenuto lo scorso marzo. Le condizioni attuali sono inaccettabili e l’istituto non può continuare a operare in queste condizioni. Deve essere chiuso il prima possibile”.
di Angela Stella
L’Unità, 10 settembre 2024
Via oggi alla discussione a Montecitorio. Insorgono le associazioni contro il carcere per donne incinte e con figli neonati, anche FI dice no. Produttori all’attacco del divieto di coltivare la canapa a basso contenuto di Thc. Inizia oggi nell’Aula della Camera la discussione generale sul ddl sicurezza. Tra i temi da affrontare l’articolo che rende facoltativo, e non più obbligatorio come è previsto adesso, il rinvio della pena per donne incinte o con prole fino ad un anno. La modifica era stata approvata durante l’iter nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, tra aspre critiche dell’opposizione. Ricordiamo anche però che a luglio FI non partecipò al voto sull’emendamento in questione.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 10 settembre 2024
Il ddl Sicurezza approda alla Camera dopo la pausa estiva: pronto un emendamento degli azzurri che modifica la norma voluta da Fratelli D’Italia e Lega sul rinvio della pena per donne incinte o con figli fino a un anno. Domani i lavori parlamentari alla Camera riprenderanno con l’esame del ddl Sicurezza. Non sarà una discussione serena perché ci eravamo lasciati ad agosto con un durissimo braccio di ferro tra maggioranza e opposizioni sia sul merito del provvedimento che sul metodo di trattazione nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia, con sedute notturne di dodici ore e meno di un minuto concesso a Pd, M5S, Avs per dibattere.
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 10 settembre 2024
Comincia oggi alla Camera la discussione generale sul Ddl sicurezza, che fin dall’esame nelle commissioni affari costituzionali e giustizia è diventato un contenitore delle campagne panpenalistiche (vi sono tredici nuove fattispecie di reato e aggravanti) ed emergenziali della destra: dalla cannabis alle occupazioni abitative passando per gli allarmi sui migranti, il cosiddetto “decoro urbano”, la stretta (ennesima anche questa) contro chi si mobilita per fermare le grandi opere, fino al reato di rivolta in carcere. L’ordine di scuderia presso la maggioranza è di non intervenire ulteriormente. L’indicazione è stata sostanzialmente rispettata da Lega e Fratelli d’Italia, anche se il termine per la presentazione degli emendamenti scade quest’oggi. Sulle detenute madri, Forza Italia ha mantenuto il punto e ha depositato un emendamento che “corregge” quanto approvato in commissione da FdI e Lega.
di Alessandro Parrotta*
Il Dubbio, 10 settembre 2024
Il Consiglio dei ministri ha dato semaforo verde al decreto modificativo dell’articolo 114 del codice di procedura penale. Dopo il prima via libera arrivato a inizio anno dal Parlamento, la “norma Costa” entra nell’ordinamento penale: viene introdotto il divieto, per chi si occupa d’informazione, di divulgare il testo delle ordinanze di custodia cautelare, sia integrali che per estratto, in cui in genere possono figurare intercettazioni, interrogatori e materiale probatorio per natura delicato. In sostanza, sarà possibile pubblicare testualmente solo il capo d’imputazione. Del contenuto dell’atto, il cronista potrà proporre un riassunto, potrà cioè continuare a riportare le notizie sulle indagini e sulle ipotesi dell’accusa, ma non potrà offrire al lettore stralci più o meno intriganti, e virgolettati, del testo firmato dal giudice. Le ordinanze non potranno essere pubblicate dai media fino a quando non saranno concluse le indagini preliminari o comunque fino al termine dell’udienza preliminare, cioè fino all’inizio del processo.
di Luigi Trisolino
Il Riformista, 10 settembre 2024
Sono maturi i tempi affinché i giudici e i P.M. siano istituzionalmente riferibili a organi diversi, che ne garantiscano autonomia e indipendenza in modo utile alla sana vita liberaldemocratica dello Stato di diritto garantista. Occorre che gli spazi legali ed istituzionali dove promuovere le carriere dei giudici e dei P.M. siano distinti e differenti, divisi; non è più possibile una (magari) inconscia ed irriflessa, biunivoca influenzabilità di funzioni, tra il settore giudicante e quello inquirente-requirente della magistratura italiana.
- Trattamento sanitario obbligatorio, alla Consulta la mancata informazione del “paziente”
- La pena patteggiata per violenza di genere giustifica il licenziamento del dipendente
- Lazio. Prevenzione dei suicidi in carcere: al via i lavori per il Piano regionale
- Milano. La precarietà del “Beccaria” non si risolve sostituendo i comandanti
- Milano. Polemica sul nuovo comandante al Beccaria. “Vicino a FdI e Lega: è incompatibile”