sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Paolo Foschini

Corriere della Sera, 27 giugno 2024

Musica. Il 28 giugno si festeggiano i 40 anni del Cpm, la scuola di musica fondata a Milano nel 1984 da Franco Mussida per i giovani detenuti: un’esperienza ancora unica. Qui raccontiamo l’impegno sociale del musicista fondatore della Pfm. Il suo giorno è il martedì. Con qualsiasi tempo, qualunque altro impegno artistico/musicale/didattico/letterario abbia in ballo tra i mille che continua a prendersi ridendo in faccia agli anni, Franco Mussida (sopra, foto di Omar Cantoro) al martedì torna in galera: se c’è uno che in Italia dagli anni Ottanta è un esempio di recidività positiva senza dar segno di cambiar strada è lui. E dire che di roba da fare il fondatore della Pfm ne aveva allora quanta e più di adesso: le tournée, i dischi con De André, insomma ci siamo capiti.

Eppure, quasi in contemporanea, Mussida proprio allora ha cominciato a fare due cose extra rispetto a ciò che fino a quel momento era stato il suo mestiere: ha aperto una scuola di musica, cioè il Cpm che giusto adesso ha fatto quarant’anni; e si è messo a fare il volontario nel carcere milanese di San Vittore, portando la musica a quelli che una volta si chiamavano drogati e basta, ma che per di più stavano in prigione. Denominatore comune di queste due faccende? La parola “altri”. Perché di questo si tratta. Di questa “attenzione per”. Ora, è chiaro che fino a un certo punto il concetto di “altro” è legato di per sé a chi fa musica: se tu suoni o canti c’è quasi sempre un altro che ascolta, anche se non vuoi. Figuriamoci quando vuoi, e quando gli altri sono un palasport intero.

Ma qui si parla d’altro, appunto. Qui si parla del fare qualcosa in più, attraverso la musica. Non a tutti i musicisti viene in mente di aprire una scuola per insegnarla ai giovani, specie se ad alto livello. Molti anzi ne sono quasi gelosi, dei propri segreti. Per carità, moltissimi altri no. E infatti Franco Mussida ha potuto contare, fin da subito, sulla collaborazione di molti suoi colleghi importanti che al suo fianco sono diventati professori. Ma il punto è l’approccio: la considerazione cioè dei ragazzi in quanto “persone” che la musica può aiutare a crescere, molto prima che come “talenti” per i quali può essere un mestiere. Poi anche quello, ci mancherebbe. E poi c’è il carcere. Anzi le carceri, per essere precisi. Perché dal volontariato diciamo “di base” che Mussida aveva iniziato a praticare quarant’anni fa a San Vittore - andar dentro e suonare per e con le persone detenute, proporre loro un coro, dei concerti, cose così - quel che pian piano si è sviluppato è un progetto strutturato, messo a punto con altri esperti e psicologi, per connettere i vari tipi di intervalli e forme musicali (strumentali, senza parole) ad altrettanti stati d’animo ben precisi.

Il progetto CO2, così lo ha chiamato, oggi presente non solo a San Vittore ma in 14 tra penitenziari e case circondariali di tutta Italia. E però è ancora a San Vittore che Mussida entra al martedì, per seguire quel progetto personalmente. Nel reparto La Nave, dove CO2 è una delle attività trattamentali coordinate dalla équipe della Asst Santi Paolo e Carlo a beneficio dei detenuti-pazienti con problemi di dipendenza. L’ultima volta ha proposto a una quarantina di loro l’ascolto - guidato da lui - di una serie di brani sul filo conduttore della “musica che riporta a casa”. Il passo successivo? Unire i due ambiti, naturalmente: e cioè invitare gli studenti della scuola a condividere a loro volta l’idea della musica (anche) come impegno sociale.

Così l’anno scorso hanno partecipato con il loro coro alla Passione eseguita nella basilica di Sant’Ambrogio con il coro dei detenuti e volontari degli Amici della Nave,e quest’anno sono entrati a San Vittore con il musical Wait. In attesa della prossima telefonata in cui qualcuno gli chiederà “Franco, ci sarebbe questa cosa musicale da fare in carcere, ci dai una mano?”, per sentirsi rispondere come sempre “ok, quand’è?”. Mettendoci poi come professori i migliori tra i suoi colleghi in circolazione.