sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Iuri Maria Prado

linkiesta.it, 6 giugno 2022

Ogni giorno assistiamo alla strage di diritti e di legalità senza che gli esecutori siano chiamati a renderne conto. Dagli innocenti nelle carceri al comportamento di alcuni magistrati che interferiscono nell’attività dei poteri legittimi.

Com’è che diceva quello? “Io so. Ma non ho le prove”. Noi invece - oggi, ma non da oggi - le prove del crimine giudiziario le abbiamo. Non occorre provare che le carceri sono ricolme di innocenti. Non occorre provare che funzionari dello Stato, abusando del proprio potere, violentano le libertà private, distruggono l’immagine, i patrimoni, la vita altrui senza risponderne in nessun modo.

Non occorre provare che l’esistenza di centinaia, migliaia, decine di migliaia di persone è affidata al capriccio, all’arbitrio, alla noncuranza persecutoria di pubblici impiegati che fanno malgoverno della propria funzione riducendosi a sgherri di Stato, a teppisti di Stato, ad aguzzini di Stato.

Non occorre provare che una parte, ovviamente non tutta ma una significativa parte, della cerchia giudiziaria è gravemente contaminata dalla presenza di malversatori che, protetti dal proprio potere irresponsabile, coltivano e difendono interessi particolari in plateale conflitto con quelli generali.

Non occorre provare che fazioni influenti e aggressive del potere togato si sono costituite in una centrale di sistematico hackeraggio dell’organizzazione democratico-rappresentativa, un contro-governo di ammutinati che interferisce nell’attività dei poteri legittimi e pubblicamente li intimidisce, li ricatta, li minaccia.

Non serve nessuna prova per documentare tutto questo, perché la prova di tutto questo è quotidianamente disponibile, quotidianamente squadernata sulla scena della giustizia italiana. Una diuturna strage di diritti e di legalità si compie e prosegue senza che i responsabili siano chiamati a renderne conto. Ma non mancano le prove. Manca il processo.