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di Giulio Baffetti

Il Riformista, 18 gennaio 2024

Il Guardasigilli lancia bordate e rivendica il ddl che cancella il reato, ma balbetta sulle condizioni dei penitenziari e sulla piaga dei suicidi. Bordate sull’abuso d’ufficio e i reati contro la pubblica amministrazione. Fin troppa timidezza sulle carceri. È un Carlo Nordio a due facce quello che illustra in Parlamento la relazione sull’amministrazione della giustizia. Si parte alla Camera. Dove il Guardasigilli comincia pacioso e paludato. Poi arrivano le stoccate, soltanto alla fine del suo intervento. Quando Nordio rivendica l’abolizione dell’abuso d’ufficio, proprio mentre il ddl che cancella il reato passa in Commissione Giustizia al Senato.

“Su questo reato ci sono state polemiche sterili e fondate su equivoci. È un reato evanescente, l’unica soluzione è abolirlo”, attacca il ministro della Giustizia. Nordio contesta anche le obiezioni di chi pensa che l’abolizione dell’abuso d’ufficio sia in contrasto con la convenzione di Merida sulla corruzione e contro la prossima direttiva che sarà emanata dalla Commissione Europea. Qui il Guardasigilli molla gli ormeggi e accantona i toni felpati: “È una balla colossale che il testo di Merida imponga il reato d’abuso, non c’è un obbligo, ma si parla di ‘pensare di adottare’”. Il centrodestra spezza il discorso di Nordio a Montecitorio con gli applausi. E ancora: “Quella della Ue è solo una proposta di direttiva, una scopiazzatura mal fatta su Merida, e su cui in Germania è già esplosa la contestazione”.

Poi l’esponente di governo eletto in quota FdI ribadisce che il ddl sull’abuso d’ufficio non inficia la lotta alla corruzione: “Io ho già detto al commissario europeo Reynders che il nostro arsenale di reati sulla corruzione è ampio”. Nordio attacca i magistrati, che avevano sostenuto che l’abuso d’ufficio fosse una sorta di “reato spia” per battezzare un’indagine e poi scovare altri reati. Per l’ex magistrato ora a Via Arenula tutto ciò “è una stravaganza giuridica, ingannevole e pericolosa, perché il reato ha in sé la sua giustificazione, e non può essere strumentale per cercarne altri, questo confligge con il buon senso, o il reato c’è o non c’è. Un docente di diritto penale mi ha detto che mi avrebbe bocciato se avessi parlato di reato spia”.

Parole forti anche sul “barbaro Medioevo” delle intercettazioni e sui “pm che distruggono vite sequestrando i telefoni ingiustamente”. “Sull’abuso d’ufficio siamo al fianco del ministro anche con i voti. Mi stupisce piuttosto che altri partiti non lo siano, partiti che hanno avuto appelli accorati dai propri amministratori. Anche sulla prescrizione Italia Viva non ha timore a metterci il coraggio e i voti, se si tratta di evitare le degenerazioni della riforma Bonafede”, dice la coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita parlando al Senato. Intanto il Pd, continua a dividersi proprio sull’abuso d’ufficio.

Nordio balbetta sulle condizioni dei penitenziari e sulla piaga dei suicidi in carcere. “Ho detto che è un fardello di dolore. Purtroppo nella vita ci sono delle questioni che sono irrisolvibili. I suicidi sono una questione irrisolvibile e accadono in tutte le carceri del mondo, non dobbiamo rassegnarci, dobbiamo ridurli”, tentenna il Guardasigilli alla Camera.

Nordio pattina anche sul sovraffollamento degli istituti di pena: “Difficile costruire nuove carceri, si usino caserme dismesse”. A Montecitorio Roberto Giachetti, di Italia Viva, propone una soluzione: “Per affrontare la drammatica emergenza che colpisce le carceri italiane è necessario rivedere la normativa sulla liberazione anticipata speciale”. Ma il piatto forte è il duello tra Nordio e il deputato grillino Federico Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale antimafia.

“È desolante ciò che sta avvenendo nel mondo della giustizia - dice De Raho - Inorridisce lo sviluppo del piano strategico teso a indebolire la lotta alla corruzione, che è oggi lo strumento utilizzato dalle mafie per l’acquisizione degli appalti”. Poi l’ex pm attacca sulle intercettazioni: “Questo piano strategico vuole ridurre al massimo l’uso del più importante strumento investigativo, le intercettazioni”. Infine la stoccata che innesca la bagarre.

Dice De Raho, rivolgendosi a Nordio e ai banchi del governo: “La vostra politica è un favore alle mafie, voi fate quello che le mafie nei loro territori impongono con l’intimidazione. Zittite la stampa e le persone: mai le mafie hanno avuto un trattamento così favorevole”. Giachetti chiede un intervento della presidenza: “Non si può sostenere in quest’aula che la norma che tutti chiamano ‘bavaglio’ abbia la funzione di silenziare la stampa e che sia la tecnica che usa la mafia”.

Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè censura il deputato del M5s e sottolinea: “Il sillogismo secondo il quale all’omertà corrisponde il silenzio e la categoria si applica a questo governo è inaccettabile”. Intanto da Iv attacca anche Davide Faraone: “Nordio è il fantasma di se stesso”. Il Pd, nonostante le divisioni interne e i musi lunghi sull’atteggiamento del Nazareno sull’abuso d’ufficio, sceglie ancora una volta di buttare la palla in tribuna.

“Questa guerra tra politica e magistratura, figlia dell’eredità berlusconiana, ha delle vittime: i cittadini, che vedranno la giustizia funzionare sempre peggio”, dice la dem Anna Ascani, vicepresidente della Camera. Mentre il deputato del Pd Walter Verini si accoda ai Cinque Stelle: “Un conto è tutelare i Sindaci altra cosa cancellare reati che rischiano di aprire la strada alla criminalità organizzata, danneggiando i cittadini che subiscono abusi dalla Pa. La corruzione dilaga e il Governo allenta i presidi anti corruzione, colpisce la libertà di informazione”.

Michela Di Biase parla di “delirio panpenalista” di Nordio. Alla Camera passano soltanto le risoluzioni presentate dalla maggioranza. A Palazzo Madama il governo invece dà parere favorevole anche alle risoluzioni del centrodestra ma anche a quella presentata da Iv e Azione. La maggioranza compatta difende la relazione di Nordio. Angelo Bonelli, dei Verdi, punta Andrea Delmastro: “Il ministro eviti di mandare un sottosegretario indagato in Aula, ci eviti una situazione imbarazzante”.