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di Luca Monticelli

La Stampa, 30 luglio 2023

L’Inps corregge le stime del governo: “Metà dei nuclei esclusi riceverà sostegno dai Comuni”. Fratelli d’Italia vuole un’indagine sulla gestione del sussidio: “Troppi sprechi e nessuno vigilava”. Dopo il messaggio sul cellulare che ha scatenato le polemiche, l’Inps prova a rassicurare le persone che ad agosto non riceveranno più il reddito di cittadinanza. “Non abbandoniamo nessuno”, spiega l’Istituto di previdenza che annuncia un piano per gestire in sinergia con i centri per l’impiego e i servizi sociali i nuovi strumenti: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione. Il primo sarà un sostegno simile al reddito ma rivolto solo ai nuclei con figli minori, disabili o ultrasessantenni ed entrerà in vigore a gennaio del 2024. Il secondo garantirà agli occupabili un sostegno di 350 euro per un anno. Oltre alle 169 mila famiglie già informate con un sms, da qui alla fine dell’anno arriveranno dall’Inps altri 80 mila avvisi. Le stime del governo ipotizzano che alla fine saranno 213 mila i nuclei che perderanno il vecchio reddito di cittadinanza e non saranno presi in carico dai servizi sociali, dovendo ripiegare a settembre sul sussidio da 350 euro al mese. L’Inps, invece, ha dei numeri diversi e su 250 mila sospensioni conta di recuperarne la metà grazie ai servizi sociali, che però scontano un deficit di personale. La Cgil, infatti, lancia l’allarme “bomba sociale al Sud”.

Come stabilito dalla legge di bilancio varata a dicembre dal governo Meloni, i nuclei familiari senza figli minori, disabili o over 60, scaduti i primi sette mesi del 2023, non percepiranno più il reddito di cittadinanza, il cui assegno poteva arrivare al massimo a 780 euro al mese, ma che mediamente si aggirava sui 571 euro. Le 169 mila famiglie che hanno già ricevuto l’sms o l’email che ricorda loro la fine del sussidio a partire da agosto, sperano di essere prese in carico dai servizi sociali.

La metà di queste persone, sostiene l’Inps, sono in una situazione di disagio sociale (tossicodipendenti o con problemi abitativi) e potranno essere inserite in un progetto di recupero, perciò manterranno il sussidio. Gli altri, i cosiddetti occupabili, dovranno andare nei centri per l’impiego e firmare il Patto di servizio personalizzato per essere avviati al lavoro. Il percorso prevede poi che il disoccupato si attivi presso le agenzie di recruiting. Chi non trova un’occupazione potrà iscriversi a un percorso formativo e a settembre avrà diritto al sostegno alla formazione che vale 350 euro al mese per un anno.

Entro dicembre, però, l’Inps spedirà altre 80 mila comunicazioni ad altrettanti beneficiari per la sospensione del reddito, anche in questo caso la speranza è che circa la metà dei cittadini saranno avviati ai servizi sociali. Le politiche attive sono la grande falla del reddito di cittadinanza, tuttavia anche l’esecutivo di centrodestra non sembra avere un disegno chiaro di come far funzionare la macchina per consentire agli occupabili di trovare un impiego. Le regioni e il nuovo Anpal sono impegnate con il programma europeo Gol (4,4 miliardi del Recovery) per il reinserimento lavorativo, ma il personale dei centri per l’impiego scarseggia. Scaduti i contratti dei 1.500 Navigator, le famose 11.600 assunzioni nei centri non sono state fatte, si sono fermate a poco più della metà. La “sinergia” evocata dall’Inps riguarda l’avvio di una piattaforma digitale pubblico-privata in grado di incrociare i profili dei candidati, i posti vacanti e i dati delle regioni.

“Il governo ha deciso di lasciare senza reddito 169 mila famiglie e di scaricare gli effetti di questa scelta sul personale degli enti locali. Nel Meridione si rischia letteralmente l’esplosione di una bomba sociale”, sostiene la Funzione pubblica della Cgil. Secondo i dati del sindacato, mancano “almeno 15 mila assistenti sociali sui 30 mila totali che sarebbero necessari”. Visto lo stallo sul salario minimo è la polemica sul reddito di cittadinanza a riaccendere lo scontro politico. La segretaria del Pd Elly Schlein accusa il governo di voler lasciare in povertà “persone che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena. Brutale. La risposta della destra a queste persone sostanzialmente è: “fatti vostri”. E noi non ci stiamo”.

Fratelli d’Italia replica mettendo sul tavolo l’istituzione di un’altra commissione d’inchiesta (pochi giorni dopo il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo cui delle commissioni d’inchiesta si sta abusando). “Il reddito di cittadinanza si è rivelato una misura assistenzialista, nata con uno scopo demagogico, scritta male, attuata peggio, il che ha comportato enormi danni all’erario”, spiega il capogruppo di Fdi Tommaso Foti che aggiunge: “Riteniamo necessaria la costituzione di una commissione parlamentare di inchiesta, limitando la responsabilità a Tridico per non avere consapevolmente attivato i controlli per non far perdere consenso elettorale e personale ai suoi mandanti”.