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di Carlo Magni

La Repubblica, 6 novembre 2023

I danni del loro smercio sulle economie, sulla stabilità, origine di violenze. Il World Drug Report 2023. L’unica cosa che prospera è il mercato delle nuove sostanze che stordiscono un numero sempre maggiore di persone. Crisi e conflitti continuano a infliggere sofferenze e pesantissime privazioni ad un numero crescente di persone costrette ad abbandonare tutto ciò che hanno dalla Nigeria, dalla Repubblica Democratica del Congo, dall’Etiopia, la Somalia, il Burkina Faso, il Sudan. Un nuovo record dei nostri tempi: circa 110 milioni di persone in fuga, in cerca di pace, giustizia e diritti. Lo si apprende dal World Drug Report 2023.

Il flagello delle nuove droghe. A tutto questo si abbatte il flagello delle droghe e del loro traffico sulle fragilissime economie di stati poveri e in guerra, con tutte le conseguenze immaginabili in termini di instabilità e violenze sociali e sull’ambiente. L’unica cosa che invece prospera - e prospera molto - è il mercato delle droghe illecite cresce l’offerta di cocaina e aumenta soprattutto la diffusione di numerose altre nuove sostanze che stordiscono un numero sempre maggiore di persone, come ad esempio - lo ricorda un articolo di Rocco Bellantone su Nigrizia - L’poufa, Flakka, Gheddafi, Kobolo, Kush, Volet, La bombé, che stanno facendo aumentare le dipendenze, oltre a mietere vittime tra i giovani di tutto il continente africano. “Se L’poufa e Flakka sono molto diffusi in Marocco - si legge nell’articolo di Nigrizia - Kobolo lo è in Gabon, Kush in Sierra Leone, Volet in Senegal, Gheddafi in Costa d’Avorio e La bombé in Repubblica democratica del Congo”.

La diffusione incontrollabile delle droghe sintetiche. Sono facili da produrre ovunque nel mondo e, come nel caso del fentanil, sono addirittura mortali anche se autosomministrate in dosi minime. I disturbi legati al loro uso danneggiano la salute, soprattutto quella mentale, minano la sicurezza sociale e in generale il benessere. Oltre tutto c’è poi lo stigma e la discriminazione che subiscono i tossicodipendenti di Paesi già disastrati sul piano economico e sociale, rendendo assai meno probabile che ottengano l’aiuto di cui hanno bisogno. Meno del 20% delle persone con i disturbi legati all’uso di droghe sono in cura e l’accesso ad ogni forma di assistenza è assolugtamente diseguale. Le donne, in questo quadro complessivo, rappresentano quasi la metà: sono in genere persone che usano stimolanti di tipo anfetaminico.

La droga legata al crimine. Dice Ghada Waly, direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine: “Soprattutto Paesi a basso e medio reddito, dove vive circa l’86% della popolazione mondiale, le sfide legate alla droga pongono difficili dilemmi politici. La questione non può essere affrontata da un solo Paese o regione”. Il World Drug Report ogni anno fornisce un quadro globale prospettiva e panoramica del problema. L’attuale edizione del Rapporto evidenzia la crescente complessità dell’evoluzione delle minacce legate alla droga. Un capitolo esplora il modo in cui le economie legate alla droga illecita si intersecano con crimini che colpiscono l’ambiente e l’insicurezza, come ad esempio avviene nel bacino amazzonico, con una popolazione rurale impoverita e gruppi indigeni che ne pagano il prezzo.

Stupefacenti in contesti umanitari. Un’altra sezione del Rapporto esplora le sfide urgenti legate al consumo di droga in contesti umanitari: droga nei conflitti, in situazioni mutevoli e dinamiche dove prevale l’uso di sostanze sintetiche. Il rapporto approfondisce anche nuovi studi clinici che coinvolgono sostanze psichedeliche ma anche l’uso medico della cannabis e le innovazioni nel trattamento della droga e altri servizi.

Il circolo vizioso da spezzare. Ancora una volta sono le persone più vulnerabili, i poveri e gli esclusi che pagano il prezzo più alto, a livello globale, che vivono nelle zone sottosviluppate e poco servite nelle comunità in tutti i nostri Paesi, nelle città, nei villaggi. Sono loro che soffrono la violenza e l’insicurezza alimentate che induce a ricorrere alla droga, a sua volta portatrice di malattie come l’HIV. In altre parole, si impoveriscono persone con un accesso incerto alle opportunità di crescita e sviluppo della propria vita, oltre che alle garanzie di uno Stato di diritto, intrappolati nell’illecito. Spezzare questi circoli viziosi è l’obiettivo primario. È la prevenzione precoce fondamentale e i governi devono farlo investendo di più nell’istruzione per costruire resilienza e donare ai giovani le informazioni di cui hanno bisogno.