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di Floriana Rullo

Corriere di Torino, 22 aprile 2022

Maximiliano Cinieri sta scontando una condanna a 8 anni per usura e estorsione: il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti scrive alla ministra della Giustizia.

Finisce in Parlamento il caso di Maximiliano Cinieri. La vicenda dell’ex calciatore astigiano malato di Sla e detenuto in carcere ad Alessandria dopo la condanna in primo grado a 8 anni per usura e estorsione è al centro di un’interrogazione a risposta scritta presentata dal deputato Roberto Giachetti, di Italia Viva, alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e al ministro della Salute Roberto Speranza.

Nel documento depositato alla Camera, il parlamentare sollecita i titolari dei due dicasteri a chiarire “come intendano operare per garantire la salute del detenuto Cinieri” e vuole sapere “se ritengano di istituire un tavolo tecnico per superare le problematiche che si manifestano in caso di divergenza di opinioni fra i responsabili sanitari del carcere e i periti dell’autorità giudiziaria sull’incompatibilità delle condizioni di salute con la reclusione”. Per Giacchetti “la situazione di Cinieri è via via peggiorata nel corso della detenzione. La Sla infatti è una gravissima malattia neurodegenerativa progressiva. La forma che ha colpito l’ex calciatore è inoltre particolarmente aggressiva, tanto che in poco tempo è passato dalle stampelle alla carrozzina. Nonostante il medico del carcere abbia affermato che Cinieri si trova in una condizione per la quale è previsto il rinvio obbligatorio della pena per motivi di salute e che la casa circondariale non è la collocazione idonea per un detenuto con le sue caratteristiche cliniche, il gip di Asti ha ripetutamente respinto le istanze di arresti domiciliari basandosi su una datata perizia del medico legale da lui incaricato secondo il quale il recluso può ricevere cure adeguate nella struttura penitenziaria”.

Intanto, dopo l’ennesimo no alla scarcerazione dell’uomo, che ormai non riesce nemmeno più a legarsi le scarpe da solo, il fascicolo di Cinieri è stato trasferito dal tribunale di Asti alla Corte d’Appello. L’avvocato difensore Andrea Furlanetto ha preannunciato una nuova istanza di scarcerazione, non appena la cancelleria della Corte avrà assegnato il caso ad una delle sezioni giudicanti. Su Facebook continua la battaglia della figlia Valeria e della moglie, Livia Rapè. Una petizione per chiedere di “Rimandare Max dalla sua famiglia”, 200 le firme. La vicenda di Cinieri è iniziata lo scorso agosto quando la Sla che ha colpito l’uomo, in carcere per estorsione e deve scontare una pena di otto anni, è peggiorata. Da allora la figlia Valeria e la moglie Lidia, sostengono che non ci siano le condizioni per farlo rimanere in cella. La malattia era iniziata nel 2019 ma la diagnosi di Sla è arrivata solo nel dicembre 2021. “Mio papà - spiega la figlia Valeria - non riesce ad usare più le mani nemmeno per legarsi le scarpe. Inoltre è su una sedia a rotelle”.

Il presidente del tribunale, Girolami, aveva invece spiegato che: “Il Gip ha adottato il provvedimento a seguito e sulla base di quanto appurato dal perito da lui nominato d’ufficio, perito che dopo aver esaminato tutta la documentazione medica e visitato il detenuto, ha concluso per la piena compatibilità, al momento, delle condizioni di salute di Cinieri con la detenzione in carcere”. Non solo. “Contro la decisione del Gip del Tribunale di Asti la difesa di Cinieri ha proposto impugnazione e il Tribunale del riesame (organo collegiale) di Torino ha respinto l’impugnazione, confermando la decisione del Gip e confermando quindi la compatibilità delle condizioni di salute di Cinieri con la detenzione, sulla base di quanto affermato dal perito d’ufficio. È fuorviante ed errato quindi asserire che il Gip del Tribunale di Asti si ostina a tenere in carcere una persona che, a detta di tutti i medici, non vi dovrebbe stare per le condizioni di salute, come è fuorviante una ricostruzione parziale dei fatti, che ometta la notizia più importante, cioè il fatto che la decisione del Gip si fonda su una perizia medica d’ufficio di organo super partes ed è stata confermata dal Tribunale del riesame di Torino”.