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di Gennaro Grimolizzi

Il Dubbio, 12 gennaio 2023

L’appello originale di Rsf è stato rilanciato da decine di media. Il giornalista punito per le sue inchieste critiche nei confronti del governo. Il Dubbio ha sottoscritto l’appello di Reporters sans frontières per la liberazione immediata di Ihsane El Kadi. Il giornalista algerino di Radio M e Maghreb Émergent da tempo è sottoposto ad una vera e propria persecuzione giudiziaria. Il motivo risiede in alcune inchieste giornalistiche svolte dalle due emittenti radiofoniche. Le autorità algerine hanno accusato El Kadi di aver utilizzato fondi anche dall’estero “per compiere atti suscettibili di minare la sicurezza dello Stato, l’unità nazionale, l’integrità territoriale, gli interessi dell’Algeria e l’ordine pubblico”.

El Kadi è stato fermato la sera del 24 dicembre scorso e il giudice istruttore del distretto di Sidi M’Hamed di Algeri ha disposto il trasferimento nel carcere di El Harrach il 29 dicembre. Sono sedici i direttori di testata di 14 paesi ad aver sottoscritto l’appello di Rsf. Oltre al direttore del Dubbio, Davide Varì, il premio Nobel per la Pace 2021 Dmitry Muratov di Novaya Gazeta (Russia), il direttore esecutivo di Inkyfada, Malek Khadhraoui (Tunisia), il direttore di Le Monde, Jérôme Fenoglio (Francia), il vicedirettore di Gazeta Wyborcza, Jaroslaw Kurski (Polonia), il direttore del Financial Times, Roula Khalaf (Regno Unito), Kjersti Loken Stavrum, ceo di Tinius Trust, uno dei principali azionisti di Schibsted Media Group (Norvegia). L’Algeria è al 134° posto - su 180 paesi - nel World Press Freedom Index 2022 di Rsf. “L’incarcerazione del direttore di Radio M e Maghreb Émergent, Ihsane El Kadi - si legge nell’appello -, per motivi chiaramente pretestuosi, è un intollerabile attacco alla libertà di stampa in Algeria; rappresenta una grave minaccia per il diritto all’informazione, riconosciuto a tutti i cittadini e considerato un requisito per la libertà di opinione e di espressione, e per la democrazia. È inaccettabile che le autorità algerine abbiano arrestato Ihsane El Kadi la notte del 24 dicembre, lo abbiano fatto sfilare in manette, per simboleggiare la criminalizzazione dei media, e abbiano chiuso Radio M e Maghreb Émergent. Come è possibile che ai giornalisti di questi media venga impedito di svolgere il proprio lavoro? Insieme a Reporters sans frontières, sollecitiamo le autorità algerine a liberare immediatamente Ihsane El Kadi, a ritirare tutte le accuse contro di lui e a restituire le attrezzature confiscate a Radio M e Maghreb Émergent in modo che i giornalisti e i conduttori possano tornare al lavoro. Libertà per Ihsane El Kadi, libertà per Radio M e Maghreb Emergent, libertà per i giornalisti algerini”.

È molto preoccupato per i continui attacchi all’informazione libera Cristophe Deloire, segretario generale di Rsf. “Il livello di indignazione internazionale - commenta - è commisurato alla gravità dell’attacco alla libertà di stampa realizzato con la detenzione di Ihsane El Kadi. La repressione dei giornalisti algerini, di cui El Kadi è l’ultima vittima, mostra la volontà delle autorità di mettere a tacere i media indipendenti. Le autorità algerine devono ascoltare l’appello di coloro che dirigono i principali media internazionali”.

L’ex ambasciatore di Francia in Algeria, Xavier Driencourt, attualmente docente della Sorbona, pochi giorni fa su Le Figaro ha espresso preoccupazione per la repressione messa in campo nel paese nordafricano. Una svolta autoritaria, gentilmente poliziesca, ma senza mai proclamarsi come una vera e propria dittatura. Driencourt si è soffermato sulla vicenda di El Kadi. “Non abbiamo idea in Francia - scrive il diplomatico su Le Figaro - di come fosse la stampa algerina, resistente durante la guerra civile, martirizzata dagli islamisti, ironica, critica e sardonica sotto Bouteflika, spesso audace nel giudizio. Oggi è imbavagliata, i giornalisti vengono arrestati o privati del passaporto, giornali come Liberté vengono chiusi, El Watan è posto sotto tutela. A fine dicembre, quando le cancellerie occidentali erano pronte a festeggiare il capodanno, Radio M e il nascente sito del Maghreb sono stati messi al bando, mentre il loro direttore, Ihsane El Kadi, è stato arrestato. Sabato 7 gennaio è toccato al sito Algériepart, accusato di aver ricevuto fondi dall’estero per diffondere fake news al fine di destabilizzare il Paese”.