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di Liana Milella

La Repubblica, 1 febbraio 2024

Colloquio ieri al Quirinale. Da 9 giorni in sciopero della fame Roberto Giachetti e Rita Bernardini di “Nessuno tocchi Caino”. Oggi al Senato le interrogazioni di Forza Italia di M5S sui penitenziari italiani al Guardasigilli Nordio. Sergio Mattarella è preoccupato per la situazione delle carceri in Italia. Per questo ieri pomeriggio ha convocato al Quirinale il capo del Dap, il pm antimafia napoletano Giovanni Russo. Un colloquio di oltre mezz’ora, in cui il presidente ha espresso tutta la sua preoccupazione e il suo allarme per i 13 suicidi che si sono verificati nel solo mese di gennaio, una cifra record, come ha documentato Repubblica.

Mattarella è in profondo allarme anche per i detenuti in continuo aumento, 62.707 di cui 2.541 donne a fine dicembre a fronte di 51mila posti disponibili, secondo le stesse cifre pubblicate sul sito del ministero della Giustizia, con un trend di crescita di 400 persone al mese. Come aveva testimoniato, prima di lasciare il suo incarico, l’ex Garante delle persone private della libertà Mauro Palma, che paragonava la situazione attuale a quella di dieci anni fa quando l’Italia è stata condannata dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo per gli spazi angusti in cui erano ristretti i detenuti italiani. Da pochi giorni, dopo oltre sette anni, al posto di Palma è giunto il nuovo garante Felice Maurizio D’Ettore, con i vice Irma Conti e Mario Serio, che già stanno programmando le prime visite nelle carceri, che partiranno proprio dalla Campania e proseguiranno con la Sicilia.

A sollecitare il passo di Mattarella anche lo sciopero della fame della presidente di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini che tante volte, anche a Repubblica, ha denunciato la drammatica situazione della patrie galere, e che da otto giorni vive solo di cappuccini, come il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, che ieri diceva di aver perso già 6 chili, a cui si aggiungeranno oggi anche Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparutti.

Ma non basta. Perché proprio oggi c’è un altro avvenimento politico sulle carceri. Dall’interno del governo è il gruppo di Forza italia al Senato, con Maurizio Gasparri e Pierantonio Zanettin, che “interroga” il Guardasigilli Carlo Nordio con la richiesta di porre questo tema come “priorità” assoluta del governo, perché “il detenuto è un soggetto inerme nelle mani dello Stato e lo Stato ha il solenne dovere di garantirne l’incolumità”. E ancora, Nordio dovrebbe spiegare come “l’annoso fenomeno del sovraffollamento negli istituti carcerari italiani possa incidere sull’impressionante aumento di casi di suicidi”.

Forza Italia parla di “ecatombe” di suicidi nelle carceri che impone di intervenire “urgentemente”, in quanto “non è certo possibile rassegnarsi di fronte a numeri così impressionanti, posto che il detenuto è un uomo inerme nelle mani dello Stato che ha il dovere di garantirne la salute del corpo e anche dell’anima”. Per questo Forza Italia parla di “priorità dell’azione di governo” e chiede al ministro se abbia individuato “le ragioni dell’abnorme numero di suicidi nelle carceri”. E qui bisogna ricordare che proprio Nordio, appena due settimane fa nella relazione al Parlamento sullo stato della giustizia, aveva parlato di suicidi “che sono inevitabili”.

E dall’opposizione è il capogruppo di M5S Stefano Patuanelli che chiede conto al ministro della Giustizia non solo del sovraffollamento e dei suicidi, visto che proprio lui “aveva parlato di una flessione nel numero dei detenuti confrontando i dati del 2023 con quelli del 2022, mentre la cronaca quotidiana ci riporta purtroppo alla cruda realtà”. Quelle “13 persone che hanno perso la vita in carcere, pur affidate alla responsabilità dello Stato”. E Patuanelli analizza il numero dei suicidi in carcere raffrontandoli con i suicidi in Italia e si accorge che “in cella ci si uccide oltre 16 volte in più che nel mondo libero”. Il numero dei detenuti evidenzia come si vada “oltre il 130% dei posti disponibili e in alcuni casi persino oltre il 160% “.

Tutto questo spiega molto bene l’allarme di Mattarella. a cui Nordio oggi, in qualche modo, dovrà rispondere. Anche dopo aver parlato con il suo capo delle carceri Giovanni Russo, che proprio lui ha sostituito al precedente direttore Carlo Renoldi, scelto dall’ex ministra Marta Cartabia.