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di Marina Verdenelli

Il Resto del Carlino, 27 gennaio 2023

Il report racconta di 316 detenuti, di cui 116 sono stranieri, per 256 posti. Il tasso di recidività è del 67%. L’impianto idraulico vetusto consente disponibilità solo per fasce orarie, celle ancora troppo piccole.

Internamente è per buona parte ristrutturato ma l’impianto idraulico vetusto e la caldaia ormai datata non permettono di garantire acqua calda a tutte le ore del giorno quindi c’è disponibilità solo per fasce orarie. La struttura dispone di biblioteca e un’area verde esterna usata per gli incontri e i colloqui nella stagione mite ma le celle sono ancora troppo piccole per garantire il rispetto dello spazio per ciascun detenuto visto che ne ospita 5 alla volta. Poi c’è il problema del sovraffollamento: 316 detenuti (116 stranieri) per 256 posti disponibili. Sono alcune delle criticità e dei vantaggi che emergono per il carcere di Montacuto (aperto nel 1984) dal report sulle carceri italiane effettuato dall’associazione Antigone Marche, che si occupa dei diritti e delle garanzie del sistema penale, una associazione autorizzata dal ministero della Giustizia a visitare i penitenziari italiani (ce ne sono quasi 200) per redimere un rapporto dettagliato sulle condizioni di detenzione. L’ultimo pubblicato, il 18esimo, riguarda il biennio 2021-2022. “Il report non vuole e non può riuscire a riassumere tutto quello che l’associazione ha fatto - dice Giulia Torbidoni, presidente di Antigone - ma offre un racconto di quello che in carcere vediamo e tocchiamo con mano. Lì dentro potrebbe finirci chiunque, è nostro interesse capire come si viva e come se ne esca”.

Dei dati riportati uno dei più emblematici che emerge è che il tasso di recidività è pari al 67% per chi è stato in carcere e solo il 19% per chi invece ha avuto forme alternative alla detenzione in penitenziari. Così per l’associazione è “meglio ristrutturare quelli presenti che farne dei nuovi”.

Tra le criticità spiccano quelle per le pareti esterne del rivestimento a mattoncini, una delle urgenze dal 2020. Il pernottamento vede quasi tutte camere ristrutturate di recente e in buone condizioni, presentano una doccia interna alla stanza, situata insieme ai servizi igienici, in apposto vano separato dalla camera da una parete e una porta per garantire privacy. Ci sono camere anche per disabili. In media una camera ospita 5 soggetti ristretti e mancato il rispetto dei tre metri quadrati a persona. Carenza di educatori, difficoltà collegata anche alla diffusione del Covid-19, convivenze difficili tra detenuti di religioni diverse. C’è una stanza adibita a moschea, una biblioteca che fa prestiti di molti libri. I casi di autolesionismo registrati sono stati 48, sette tentati suicidi, sette aggressioni al personale di servizio e 35 tra detenuti.