sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Pierfrancesco Curzi

Il Resto del Carlino, 14 gennaio 2024

Un centinaio di manifestanti si sono ritrovati in piazza Cavour dove c’è la sede regionale dell’ente “Giancarlo Giulianelli è incapace e insensibile, dichiarazioni allucinanti. In carcere ci sta chi non dovrebbe”. Lo striscione realizzato dai centri sociali delle Marche riportava lo slogan “Verità e giustizia per Matteo Concetti” durante il corteo che ha sfilato lungo corso Garibaldi. Un centinaio di manifestanti si sono ritrovati ieri pomeriggio in piazza Cavour per denunciare a modo loro la tragedia del 25enne che nei giorni scorsi si è tolto la vita all’interno del carcere di Montacuto. Una morte, quella del giovane anconetano che ha scosso le coscienze.

La scelta di manifestare in piazza Cavour non è stata casuale. I centri sociali hanno voluto indirizzare la loro rabbia contro il Garante per i detenuti delle Marche, l’avvocato Giancarlo Giulianelli, la cui sede dell’ufficio è proprio all’interno del Palazzo delle Ferrovie, sede dell’Assemblea legislativa e dell’ombudsman delle Marche: “Si deve dimettere “ è stato l’attacco frontale dei leader dei movimenti antagonisti “ Le sue dichiarazioni dopo la morte di Matteo sono state allucinanti, specie quando ha detto di non essere a conoscenza della situazione di quel ragazzo, di aver negato l’invio di mail e pec da parte della famiglia per segnalare i pericoli. È incapace, insensibile ed è stato messo lì dalla destra. In carcere ci sta chi non dovrebbe, a Montacuto soltanto il 5% dei detenuti riesce a entrare nei percorsi di recupero. Il sistema va cambiato alla radice”.

Tra gli interventi ha colpito molto quello di Alì, un ex detenuto di origini nordafricane che a Montacuto ci ha passato diverso tempo: “Il carcere è una rappresentazione della vita qui fuori, ci sono le stesse paure, con la differenza che lì dentro non puoi scappare. Le guardie penitenziarie sono poche rispetto al numero dei detenuti? Sicuramente, ma il problema non è quello, quanto la totale mancanza di umanità da parte loro nei confronti dei detenuti e io posso parlare per esperienza diretta. Quando scoppiano le risse negli spazi comuni o le liti dentro le celle loro lasciano fare”. Particolarmente accorata la testimonianza di una giovane studentessa che ha voluto prendere la parola: “La notizia della morte di quel ragazzo mi ha fatto stare male. Storie del genere non possono accadere, Matteo non doveva stare in carcere. Lottiamo tutti per i nostri diritti” è stato l’appello della giovanissima.

Durante il sit-in di protesta c’è stato spazio per l’associazione Antigone che si occupa da anni e in tutta Italia dei diritti dei detenuti. Una rappresentante regionale di Antigone, Monia Caroti, ha sciorinato alcuni dati che presto saranno pubblicati in un report dopo la visita in carcere del dicembre scorso a Montacuto: “Su una capienza regolamentare di 256 posti ci sono 330 detenuti. Gli eventi più critici si sono verificati nelle due sezioni cosiddette ‘chiuse’, ossia con le celle aperte solo 8 ore al giorno; qui nel 2023 si sono verificati 177 episodi di autolesionismo e 14 tentati suicidi. Gli agenti di polizia penitenziaria sono 120, dovrebbero essere 176”.