sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Giuseppe Poli

Il Resto del Carlino, 27 gennaio 2024

Si tratta di un 36enne tunisino che era in carcere per spaccio da meno di un anno: era seguito dal Sert. Lo hanno trovato che era ancora sul letto, quasi seduto, già rigido, e hanno chiamato le guardie dando subito l’allarme. Per lui, un tunisino di 36 anni, non c’era più nulla da fare. Era morto. Il carcere di Montacuto registra un altro detenuto deceduto in cella in meno di un mese. Lo straniero, che era in carcere da meno di un anno, per spaccio di droga, è stato trovato ieri mattina presto. Era in cura al Sert perché era dipendente da sostanze stupefacenti. Si trovava ristretto nella sezione chiamata “trattamento intensificato”, quella dove durante le ore del giorno le porte delle celle vengono tenute aperte e le persone in carcere posso entrare e uscire pur restando limitati a quel blocco. Di notte poi le porte delle celle sono di nuovo chiuse. Una sezione aperta, per detenuti meno pericolosi e che hanno sempre tenuto un atteggiamento collaborativo. Ieri mattina, attorno alle 6, i compagni di cella lo hanno visto semi seduto sul letto, la testa in avanti, non rispondeva.

Così hanno chiesto aiuto ipotizzando un malore. In carcere sono arrivati il 118 e una ambulanza della Croce Rossa. Non c’è stato nulla da fare per l’uomo. Sul corpo non c’erano segni evidenti di una aggressione o segni di violenza. Non sarebbe stata trovata nemmeno droga. Si tratterebbe di una morte naturale ma andrà accertata. La magistratura ha trattenuto la salma.

Il pm di turno, Andrea Laurino, potrebbe richiedere una autopsia sul corpo o un esame esterno. Il 36enne era in carcere a Montacuto da meno di un anno, ed era finito dentro per spaccio. La sua famiglia risiederebbe in provincia. Non aveva problemi di salute. La sua è la terza morte in 20 giorni. Il 5 gennaio è stato trovato impiccato, in una cella di isolamento, Matteo Concetti, 25 anni, fermano. Sul caso c’è un fascicolo aperto in Procura per istigazione al suicidio.

Il 12 gennaio è toccato ad un 41enne, algerino, arrestato pochi giorni prima per spaccio all’uscita del casello autostradale di Loreto. Era in una sezione ordinaria, diversa da quella del tunisino, dove anche durante il giorno le porte delle celle sono chiuse.