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di Marina Verdenelli

Il Resto del Carlino, 16 gennaio 2024

“Non ho potuto fare nulla per Matteo. Sono senza colpe, niente dimissioni”. L’avvocato Giancarlo Giulianelli replica così al corteo degli attivisti che sabato l’hanno contestato “Hanno fatto bene a manifestare ma non condivido le loro ragioni perché non ho nessuna responsabilità”.

Avvocato Giancarlo Giulianelli, chiedono le sue dimissioni, lo farà?

“No. Hanno fatto bene a manifestare ma non condivido le loro ragioni perché non c’è nessuna responsabilità da parte mia. La critica mi sta bene, la accetto, anche quando è sbagliata, ma sono più per il confronto costruttivo e chi mi conosce sa che persona sono”.

Che persona è?

“Sono una persona sempre aperta al dialogo, con tutti. In questa veste non mi metto a fare indagini, c’è già una Procura delegata a questo e non ho i poteri di un pubblico ministero. Il garante si attiva per le sue competenze solo su segnalazione e sul caso specifico non mi sono arrivate”.

Nessuno le ha fatto presente la situazione di Matteo Concetti prima che venisse trovato deceduto?

“No e mi dispiace di non aver avuto la possibilità di fare qualcosa per lui”.

La segnalazione da chi sarebbe dovuta arrivare?

“In genere sono i detenuti stessi a fare una segnalazione sul proprio caso, oppure le associazioni che entrano nel carcere e vengono a conoscenza di qualcosa, i familiari o anche gli avvocati. Quando questo arriva il garante prende contatti con il detenuto, ci va anche a colloquio, ascolta i suoi problemi, può far valere i suoi diritti ma ripeto qui non c’è stato questo passaggio”.

Il detenuto come fa a contattarla?

“Compila una domanda nel momento in cui entra in carcere. In pratica si segna nella lista del garante, viene a far parte di un elenco che poi mi girano. Spesso chiedono incontri per questioni sanitarie o chiamano per chiedere supporto nei trasferimenti”.

Ma è il carcere che dice loro che esiste un garante?

“No, alcuni lo sanno di loro, altri lo apprendono dagli avvocati. In carcere veniva dato ai detenuti, al momento del loro ingresso, un libretto con i diritti e i doveri. Era stato tradotto anche in più lingue. Non so se viene più dato e comunque questo aspetto è una delle questioni di cui mi sto occupando nel mio mandato. Di segnalazioni io ne ricevo tante, sia dai colleghi avvocati che dai volontari che vanno in carcere. Mi mandano messaggi whatsapp o mi telefonano direttamente. L’ultima segnalazione che ho avuto mi è arrivata dal garante nazionale”.

Cosa le ha segnalato?

“Il caso di un magrebino che chiedeva di trasferirsi di carcere a Rieti perché lì vive la sua famiglia ed era più vicino per i colloqui. Abbiamo sollecitato l’istanza di trasferimento, il detenuto aveva ingoiato delle lamette per protesta, era andata anche la senatrice Ilaria Cucchi a trovarlo, poco prima del caso di Matteo, e l’uomo ha ingerito delle pile davanti a lei”.

Per Matteo lei cosa avrebbe potuto fare se fosse arrivata una segnalazione?

“Dovevo capire bene di cosa si trattava. Oggi gli aspetti sanitari sono separati da quelli di polizia giudiziaria. Se corrisponde al vero che aveva una patologia psichiatrica non doveva stare in carcere ma poteva ottenere di tornare in una Rems. La revoca dei domiciliari che aveva avuto gli impediva di godere di altri benefici per i prossimi tre anni. Di sicuro chi ha problemi psichiatrici in carcere non può stare. Nelle Marche c’è solo una Rems con 20 posti ed è sempre piena. Poi c’è un solo carcere con una sezione psichiatrica ma è quello di Ascoli, non Montacuto che ha solo un presidio sanitario h24. Non sono favorevole alle sezioni psichiatriche in carcere, preferisco più Rems, ho già chiesto in commissione sanità di istituirne un’altra. Casi psichiatrici stanno aumentando anche tra i minori”.