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di Valerio Cuccaroni

Il Resto del Carlino, 29 febbraio 2024

Abbiamo assistito a una lezione del laboratorio organizzato dentro a Montacuto “Puntiamo sul potere terapeutico delle parole e i detenuti ritrovano se stessi”. “Il rap salva la vita”. Parola di Double F, nome d’arte di un detenuto coinvolto nel laboratorio “TheRAPia”. Il corso, organizzato dalla rapper Miss Simpatia nel carcere di Montacuto insieme a Kiwi e al producer Millet, punta sul potere terapeutico delle parole. E lo fa sin dal titolo, giocando con i termini “terapia” e “rap”, con una spruzzata di inglese (l’articolo “the”), che è la lingua madre di questo genere musicale, diffusosi, in cinquant’anni, dal ghetto newyorkese del Bronx in tutto il mondo.

Miss Simpatia (all’anagrafe Sandra Piacentini) ha creato il progetto per insegnare a rappare in carcere. Durante questo percorso, iniziato per aiutare un suo amico, finito a Montacuto, la rapper ha sperimentato la potenza dell’amore e della musica, come strumenti per il reinserimento sociale delle persone. “Il rap - sostiene l’artista - è un linguaggio popolare che nasce dalla strada e che ha il potere di toccare le corde più profonde dell’animo umano. È un genere musicale che parla di esperienze di vita, di emozioni e di lotte quotidiane. E proprio grazie a questa sua natura autentica e accessibile a tutti, può diventare un veicolo per esprimere se stessi e per trasmettere messaggi di speranza e di cambiamento.”

Nella prima edizione del corso, svoltasi l’anno scorso, Miss Simpatia ha incontrato per caso Double F, un ragazzo che l’ha profondamente colpita, confidandole che il laboratorio gli ha salvato la vita: quando ha visto che c’era l’opportunità di frequentare un corso di rap, improvvisamente è rinato, esprimendo la sua creatività e confrontandosi con le sue paure e le sue emozioni più profonde. Grazie al rap, Double F e gli altri allievi del corso, in arte After Ava, Big Mat, Is My Ill con i loro compagni, hanno trovato la forza di “affrontare i propri demoni interiori e hanno iniziato a credere in loro stessi, nella possibilità di essere migliori”, secondo Miss Simpatia.

La seconda edizione del progetto, elogiato da Emis Killa, è iniziata il 22 gennaio e giovedì porterà a Montacuto l’osannato rapper di origini iraniane Jamil. Tutto ciò anche grazie alla direttrice del carcere Manuela Ceresani, a Francesco Tubiello del reparto trattamentale e al contributo del comandante Nicola De Filippis. Noi abbiamo assistito dal vivo alla lezione di lunedì, durante la quale i detenuti hanno registrato una canzone, cantando una strofa a testa, sui beat di Millet e Tragod, assistiti da due docenti del corso, Seem e Dido. A riprendere la scena il regista Tommaso Giantomassi e l’aiuto regista Ludovico Morandi. Il progetto sarà infatti raccontato in un documentario a puntate che gli organizzatori si augurano di trasformare in una serie per le piattaforme web.