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di Mario Di Vito

Il Manifesto, 21 gennaio 2024

Duri interventi, anche da destra, al comitato direttivo. Md: “Sviliscono il nostro ruolo”. Il clima, lo sapevamo già, è teso. Le uscite dell’ultima settimana del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli hanno decisamente irritato le toghe che, al comitato direttivo dell’Anm, non lesinano critiche e considerazioni piuttosto ruvide.

E questo non riguarda solo la sinistra giudiziaria. Il segretario Salvatore Casciaro, di Magistratura Indipendente, prende di petto la questione della possibile futura riforma sulla separazione delle carriere e, pur tra molte ovvie prudenze, infila una stoccata: “Fino a ieri pensavamo che la separazione delle carriere servisse ad assicurare il principio di terzietà del giudice. Oggi, e viene detto chiaramente per la prima volta, apprendiamo che si propone di ridimensionare il ruolo del pubblico ministero e di controllarne l’operato. Attendiamo di capire in che modo detti poteri dovrebbero essere ridimensionati”.

Quindi no all’ipotesi che i pm debbano essere sottoposti all’esecutivo, “neppure in forme trasversali o occulte”. E giù ancora, su Nordio, che vuole una giustizia “rapida ed efficiente”, ma ignora, o finge di ignorare, “la lettera di tutti i presidenti delle corti d’appello che sollecitano una disciplina transitoria dei processi di impugnazione pendenti in caso di eventuali modifiche alla disciplina sulla prescrizione dei reati e della improcedibilità”.

Il Presidente Giuseppe Santalucia ne ha sia per Nordio sia per Pinelli. Al primo, che aveva definito le intercettazioni “inutili anzi dannose”, oltre che parecchio costose, chiede: “Quando dice che la spesa è eccessiva, quali sono i parametri di valutazione? Di cosa parliamo? Vorremmo un rapporto, un’analisi costi-benefici”. Al secondo invece rimbrotta la definizione di “Csm politicizzato”, ritornello della sua bizzarra conferenza stampa di qualche giorno fa: Certo, il Csm non è un organo in cui devono vivere e proliferare le contrapposizioni politiche. Su questo siamo d’accordo. Noi abbiamo fatto molti mea culpa, ancora si continua a parlare di degenerazioni correntizie e di collegamenti con i gruppi di appartenenza, noi stiamo esercitando l’etica della distanza. Questa associazione va fortemente compresa e praticata, vale anche per i laici, ovviamente, questa stessa attenzione a non coltivare le contrapposizioni di gruppo”.

I consiglieri di Magistratura Democratica sono intervenuti con toni particolarmente netti. Le dichiarazioni di Pinelli vengono definite “straordinarie” perché “dimenticano che gli ordini del giorno del Csm sono firmati dal presidente della Repubblica, circostanza che chi svolge il ruolo di vicepresidente da oltre un anno conosce bene”. Per quello che riguarda il discorso sullo stato dell’amministrazione della giustizia tenuto da Nordio prima alla Camera e poi al Senato, le toghe rosse sostengono che si sia trattato di “una nuova manifestazione dell’ossessione per il preteso eccessivo potere degli uffici di procura e per i parimenti pretesi abusi delle intercettazioni o di altri strumenti di ricerca della prova (e non degli indagabili), essenziali nel contrasto delle forme di criminalita’ organizzata o di gravi delitti contro la pubblica amministrazione”. Per gli esponenti di Md, “sembrano, quelli segnalati, i tratti, incerti, di un disegno comune che ha l’obiettivo di svilire il ruolo costituzionale della magistratura, i presidi della sua autonomia e indipendenza e la stessa funzione della giurisdizione”. Il comitato direttivo dell’Anm dovrebbe licenziare questa mattina il suo documento conclusivo. Date le premesse, non è difficile prevedere quali saranno i toni.