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di Francesco Machina Grifeo

Il Sole 24 Ore, 26 gennaio 2024

“La Cassazione è impegnata in un fecondo confronto con uno dei protagonisti ineliminabili della giurisdizione, l’Avvocatura cui spetta promuovere l’equilibrio tecnico dell’esercizio del potere giudiziario”. “Nel 2023, su 330 omicidi, le donne risultano vittime in 120 casi, 97 dei quali sono maturati in ambito familiare o nel contesto di relazioni affettive. Il femminicidio è un crimine odioso sovente anticipato da “reati spia” (violenza, maltrattamenti, stalking) che richiedono particolare attenzione e tempestività d’intervento. Ma il forte impegno della Polizia e della Magistratura non è sufficiente se manca una forte azione di sensibilizzazione in grado di incidere sulla drammatica involuzione delle relazioni interpersonali, in cui sulla dimensione affettiva prevalgono tragicamente l’idea del possesso e del predominio sulla donna”.

Lo ha detto la Presidente della Corte di cassazione Margherita Cassano leggendo la prima Relazione sull’amministrazione della giustizia tenuta da un magistrato donna, nel corso dell’Inaugurazione dell’anno giudiziario alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle più alte cariche dello Stato. “Occorre - ha aggiunto Cassano - promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari”.

“Rendere la giustizia efficace attraverso un reale recupero di efficienza dei suoi apparati deve costituire un obiettivo di lunga durata per le Istituzioni di uno Stato moderno, anche in funzione della programmata politica di crescita e di sviluppo”. Ha detto la Presidente Cassano che ha poi ricordato lo “sforzo corale” della magistratura per l’attuazione delle riforme del processo civile e penale varate nel 2022.

Incoraggianti i dati: “Nel settore civile le pendenze sono diminuite dell’8,2% nei Tribunali e del 9,8% nelle Corti d’appello. La durata media dei procedimenti si è ridotta in primo grado del 6,6% e in appello del 7%. Il disposition time è sceso del 6,4% nei Tribunali e del 6,4% nelle Corti d’appello. In Cassazione, su un totale di 94.759 procedimenti civili (il 54,6% è in carico alle Quattro Sezioni civili e il 44,2% alla Sezione Tributaria) le definizioni ammontano a 34.793. L’indice di ricambio è salito al 141% rispetto al 121,3% del 2022. Il disposition time è pari a 1.003 giorni e registra una diminuzione di 60 giorni rispetto al 2022 e di 299 giorni se raffrontato con i dati di partenza del 2019, assunti come parametro di comparazione ai fini del PNRR”. Dunque “per conseguire l’obiettivo di 977 giorni fissato al 30 giugno 2026 è necessaria la diminuzione di ulteriori 26 giorni”.

Anche nel penale, ha proseguito Cassano, gli obbiettivi del Pnrr sono a portata di mano. “Nonostante l’aumento del 4% delle iscrizioni (passate da 45.363 a 47.157), i procedimenti definiti sono stati pari a 50.350 con un indice di ricambio pari al 106,8%. Le pendenze sono diminuite del 17,4% (15.125 rispetto alle 18.318 dell’anno precedente). La durata media è scesa dai 184 giorni del 2022 agli attuali 134 giorni. Il disposition time è pari a 110 giorni rispetto ai 132 dell’anno precedente e, quindi, è già inferiore all’obiettivo dei 166 giorni il cui conseguimento è fissato al 30 giugno 2026. I risultati raggiunti in entrambi gli ambiti sono tanto più significativi, ove si considerino la percentuale delle vacanze dell’organico dei magistrati pari al 23% (destinata a crescere per effetto dei pensionamenti) e la scarsità delle risorse del personale amministrativo (oscillanti tra il 32% e il 34%)”.

Cassano ha poi ricordato che questi “risultati confortanti” nel civile sono dovuti anche al successo della “mediazione”. Mentre nel penale la regolamentazione compiuto della “giustizia riparativa” ha permessi di superare la cultura “carcero centrica”.

Allarme invece sul sovfraffollamento delle carceri: 62.7070 detenuti a fronte di una capienza di 51.179. “Preoccupa” anche il numero delle procedure (90.120) relative ai c.d. “liberi sospesi”, ossia a persone condannate in via definitiva a pene fino a quattro anni di reclusione nei cui confronti il pubblico ministero contestualmente all’ordine di esecuzione della pena, deve emettere un provvedimento di sospensione della stessa per consentire la presentazione di istanze di misure alternative alla detenzione.

Preoccupazione anche per gli Uffici per l’esecuzione penale. “L’elevato numero delle procedure pendenti e le vacanze dell’organico degli Uffici UEPE - ha detto Cassano - inducono, quindi, a ritenere che sussista il rischio obiettivo che, per una larga parte delle persone condannate a pene detentive brevi, l’espiazione della condanna, sia pure in forme alternative a quelle tradizionali, possa intervenire a distanza di molti anni dal fatto così vanificando il significato costituzionale della pena e negando il diritto alla speranza nei confronti di persone che, dopo la commissione del reato, hanno cambiato vita. Sotto diverso profilo, arretrato e lentezze nella definizione di tali tipologie di procedure dovuti alla scarsità delle risorse umane possono comportare la prescrizione della pena che, ai sensi dell’art. 172 cod. pen., ha inizio il giorno in cui la condanna è divenuta irrevocabile con conseguente vanificazione della funzione specialpreventiva della pena”.

“La Cassazione - ha aggiunto - è impegnata in un fecondo confronto con uno dei protagonisti ineliminabili della giurisdizione, l’Avvocatura cui spetta promuovere l’equilibrio tecnico dell’esercizio del potere giudiziario, l’osservanza delle garanzie del processo, il rispetto della regola del ragionevole dubbio nella ricerca della verità”. A tale attestato è poi seguito un richiamo ai rapporti con la stampa. “L’avvocato - ha detto -, al pari del giudice, è, inoltre, il garante dell’attuazione dei valori fondamentali enunciati dalla Costituzione, a partire dalla promozione e dalla tutela effettiva della dignità e della libertà della persona che debbono essere assicurate anche da rapporti con i mezzi di informazione e i media improntati a rigorosa deontologia professionale”.

Nordio, riforma permetterà di recuperare 2% di Pil - “Quest’anno siamo chiamati a consolidare un’inversione di tendenza grazie alla puntuale attuazione del piano nazionale di ripresa resilienza, un’opportunità unica”. Lo ha detto il Ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo all’Inaugurazione dell’Anno giudiziario in corso in Cassazione. “L’arretrato - ha proseguito - rallenta le procedure, disorienta i cittadini e allontana gli investimenti. La riforma che contiamo di attuare ci consentirà di recuperare buona parte di quell’ 2% del Pil la cui perdita è intollerabilmente gravosa per la nostra economia”. “L’elemento più significativo di questa fase di rinnovamento è la nuova cultura che chiamerei della conciliazione, per questo puntiamo sulle varie forme di mediazione in ambito civile e sulla giustizia riparativa in ambito penale. In questo settore daremo piena attuazione allo spirito del codice di procedura penale formato del mio illustre predecessore giuliano Vassalli”.

Salvato (Pg Cassazione) con “Ai” rischio lesione diritti fondamentali - “Pressante è una nuova questione posta dalla tecnologia. Il processo telematico, nella sua versione basica, ha solo sostituito il supporto cartaceo con quello digitale, eppure sta riconfigurando i ruoli di magistrati e avvocati. In nome della prevedibilità e della velocità si invocano ulteriori sviluppi, la giustizia predittiva, affidata all’intelligenza artificiale. Questa non va aprioristicamente rifiutata, occorre sfruttarne le potenzialità, ma dobbiamo essere consapevoli che è qualcosa di radicalmente diverso da ogni precedente scoperta dell’uomo”. Lo ha detto Luigi Salvato, Procuratore generale della Corte di cassazione leggendo l’intervento sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2023 in corso in Cassazione. “È una tecnologia - ha aggiunto - che plasma e diffonde forme non umane di logica; gli algoritmi di machine learning non sempre sono trasparenti, spiegabili o interpretabili, soprattutto se utilizzano tecniche di deep learning. Alto è il rischio della lesione dei diritti fondamentali e dell’alterazione dell’essenza del processo; alta deve essere attenzione e prudenza nell’applicarla”.