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di Liana Milella

La Repubblica, 23 maggio 2023

Prima riunione, dopo otto mesi di attesa: in commissione anche due parlamentari sotto processo. Meloni non arretra sulla candidata presidente contestata e respinge le ipotesi Carolina Varchi e Wanda Ferro proposte dai dissidenti interni.

Peggio di così non poteva partire la commissione parlamentare Antimafia, già segnata dall’indifferenza scritta negli otto mesi di ritardo dall’inizio della legislatura. Oggi la prima riunione, tra impresentabili e divisioni nella stessa maggioranza. Deciso altolà dal M5S, “se il nome è quello non partecipiamo al voto”. Mentre il Pd lancia l’ennesimo appello. Con un “ripensateci”. Ma i meloniani, anche a costo di dividere il partito, hanno deciso che la presidenza debba andare alla deputata Chiara Colosimo, sponsorizzata direttamente dalla premier, nonostante sue antiche frequentazioni con esponenti condannati dell’estrema destra, in primis Luigi Ciavardini dei Nar.

E proprio su Colosimo ecco le voci di dissenso di chi, dentro FdI, avrebbe preferito al vertice della commissione due deputate come Carolina Varchi, avvocata e oggi vicesindaco di Palermo, o Wanda Ferro, sottosegretaria all’Interno ed ex componente dell’Antimafia nella scorsa legislatura. La prima è nota in Parlamento per i suoi focosi interventi ogni volta che si parla di giustizia. La seconda è stata una presenza attiva nella commissione presieduta dall’ex grillino Nicola Morra. Ma tant’è, entrambe sono state “sacrificate” dalla decisione di sponsorizzare Colosimo, pur andando allo scontro duro con il Pd e con il M5S. Da entrambi i partiti, ancora ieri sera, un deciso niet alla sola ipotesi di votare per Colosimo.

Contro Colosimo il M5s non partecipa al voto - Nettissimo quello del partito di Giuseppe Conte, proprio mentre indiscrezioni dalla maggioranza gli addebitano trattative sottobanco per conquistare una delle due vicepresidenze. Ma ecco, quando sono le 21, una nota dei componenti del M5S della Commissione Antimafia per smentire qualsiasi possibile accordo. “Se la maggioranza dovesse insistere sul nome che è circolato in questi giorni, il Movimento 5 Stelle non parteciperà al voto in segno di totale contrarietà alla scelta che si vuole portare avanti”. Perché “è irrinunciabile che per la presidenza venga indicata una figura che interpreti lo spirito della legge con cui abbiamo istituito la nuova Commissione”.

Nessuna trattativa, dunque, per conquistare una delle due vicepresidenze. Una andrà sicuramente a Mauro D’Attis di Forza Italia. Sulla seconda ecco l’altolà dei componenti del M5S della commissione tra cui figurano due ex magistrati come l’ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e l’ex procuratore generale di Palermo ed ex pm antimafia Roberto Scarpinato, rispettivamente oggi deputato e senatore del M5S. Per la pattuglia grillina a palazzo San Macuto “le polemiche di questi giorni sulla presidenza della commissione rischiano di compromettere la credibilità e l’autorevolezza di un’istituzione delicata e importante per la nostra democrazia”. Ed ecco il richiamo alla lettera inviata dalle associazioni delle vittime della mafia e del terrorismo e da Salvatore Borsellino. “Sono loro - scrive il M5S - che interpretano al meglio i valori della giustizia presenti nella nostra società. La commissione Antimafia è un pilastro dell’impegno istituzionale per la legalità, nel rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione. Gli atti della commissione sono nella storia del lavoro investigativo contro le mafie”.

Nettissima anche la linea del Pd che invita la maggioranza a fermarsi dalla forzatura che sta per compiersi sulla presidenza Colosimo. Ovviamente nessuna disponibilità a compromessi sulle vicepresidenze, bensì la richiesta ferma di ritirare subito il nome di Colosimo per non avviare il lavoro della commissione contro tante associazioni antimafia e antiterrorismo. Un no arriva anche da Italia viva, con la senatrice Raffaella Paita, che fa parte della commissione: “Senza un accordo istituzionale noi non votiamo nessuno”. Un “no” che riguarda sia la presidente, ma anche i vicepresidenti.

Commissari all’Antimafia, ma sotto processo - E infine due curiosità. Della commissione Antimafia fanno parte anche un deputato e un senatore sotto processo per reati contro la pubblica amministrazione, Giuseppe Castiglione e Francesco Silvestro. Alla Camera, e adesso in Antimafia per il gruppo di Azione, l’ex alfaniano ed ex forzista Giuseppe Castiglione è tuttora sotto processo per corruzione a Catania per il Cara di Mineo. Considerato un uomo forte nelle preferenze. E proprio in questi giorni Azione sostiene a Catania, per la poltrona di sindaco, il candidato di FdI Enrico Trantino, l’avvocato figlio dello storico parlamentare del Msi Vincenzo Trantino.

Al Senato invece ecco l’imprenditore Francesco Silvestro, noto come “il re dei materassi” per via dell’azienda di famiglia, sotto processo per tentata concussione e falso per vicende di ormai dieci anni fa quando l’attuale senatore era presidente del Consiglio comunale di Arzano, un Comune sciolto per camorra due anni dopo. L’Antimafia di Nicola Morra, alle regionali del 2020, lo aveva indicato tra gli “impresentabili”.