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di Daniele Zaccaria

Il Dubbio, 20 novembre 2023

Dalla Giudeofobia cristiana ai campi di sterminio nazionalsocialisti. Nei primi anni del XX Secolo gli ebrei erano destati in egual modo e per ragioni opposte dalla destra reazionaria e dalla sinistra socialista. I primi li accusavano di voler ordire un complotto comunista mondiale per disintegrare lo spirito delle nazioni, il cosiddetto giudeo-bolscevismo. I secondi li associavano al rapace capitalismo finanziario delle grandi banche d’affari, apolide e sfruttatore, nemico del movimento operaio. Su fronti diversi, entrambi attingevano al più trito complottismo e alla più superstiziosa mitologia anti-ebraica per portare acqua al proprio mulino politico. E questa cosa funzionava, sia tra le élites che nel risentimento “dal basso” delle classi popolari.

La grande fortuna dell’ideologia antisemita è infatti la sua “porosità”, e cioè la capacità di adattarsi a intenzioni, classi sociali e contesti culturali differenti, tramandando nelle generazioni i vecchi pregiudizi e combinandoli in nuovi, feroci paradigmi. Ad uso e consumo di qualsiasi schieramento politico e religioso.

È una vicenda senza fine che attraversa le epoche e le civiltà, una storia di spettri e di persecuzioni efferate nei confronti di un piccolo e antichissimo popolo a cui è stato attribuito ogni male fin dalla notte dei tempi, una specie di capro espiatorio permanente della Storia.

Per lunghi secoli l’avversione nei confronti del popolo ebraico è stata una faccenda tutta cristiana, i “deicidi” del Sinedrio che mandano a morire in croce Gesù Cristo, meritandosi la dannazione perpetua sono immediatamente accostati ai “figli di Satana”.

Nel Vangelo di Matteo il celebre apostolo li chiama “farisei ipocriti”e pronuncia una terribile maledizione, destinando gli ebrei a venire sommersi per sempre dal sangue di quel Dio redentore che avevano assassinato. Poco importa che la condanna a morte per Gesù fu decisa da Ponzio Pilato e dalla giustizia dell’impero e che il supplizio della croce fosse un’usanza tutta romana. Ancora più estremo un altro evangelista, Giovanni, che fa dire a Gesù: “Vi cacceranno dalle sinagoghe; anzi verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”. Uccidere gli ebrei da quel momento non solo non è peccato ma è un atto meritevole, un omaggio al dio dei cristiani.

Nel quarto secolo (editto di Tessalonica) il cristianesimo diventa la sola religione autorizzata; gli ebrei vengono esclusi dalla pubblica amministrazione, gli è fatto divieto di sposare donne cristiane, mentre per l’imperatore convertito Costantino la circoncisione è un atto immondo, un crimine da punire con la confisca dei beni. Risalgono a quel periodo i primi assalti ai templi ebraici da folle di fanatici cristiani sotto lo sguardo bonario delle autorità romane: “La sinagoga non è soltanto un bordello e un teatro, è anche un rifugio di briganti e una tana di bestie feroci, è un’abitazione di demoni”, sentenziava con inaudita violenza il patriarca di Costantinopoli San Giovanni Crisostomo all’inizio del quinto Secolo.

La frattura tra i due monoteismi è ormai consumata, come la messa ai margini delle comunità ebraiche. L’ondata persecutoria li spinse nel ghetto in tutta Europa, il loro monoteismo intransigente, l’ermetismo delle pratiche, il nucleo irriducibile del loro credo erano ritenuti incompatibili con le esigenze del potere temporale della Chiesa e con la sua vocazione evangelica; l’unica salvezza era la conversione forzata, come nella Spagna della Santa inquisizione che perseguitò con tenacia i suoi marranos come venivano chiamati gli ebrei convertiti che in privato continuavano ad osservare il proprio culto. Paradossalmente, gli ebrei hanno goduto di una significativa tolleranza soltanto durante i califfati musulmani, i quali hanno sempre garantito libertà di culto alle loro minoranze religiose.

La giudeofobia cristiana ha però continuato ad alimentare stereotipi e pregiudizi per tutto il Medioevo; nel XIV secolo il re di Francia Filippo il Bello li espelle dal territorio confiscando i loro crediti da usura e le loro proprietà che vengono messe all’asta. Non è una rappresaglia religiosa fino a pochi anni prima Filippo era in affari con diversi commercianti ebrei - ma un atto di opportunismo e avidità che però trae legittimità dal pregiudizio ideologico nei confronti di mercanti e di banchieri che lavorano per interessi “stranieri” o comunque contrapposti a quelli del popolo. Fu dopo la Rivoluzione francese, in piena era napoleonica (1806), che gli ebrei videro l’emancipazione con l’ottenimento della cittadinanza e la parità di diritti politici e sociali nonostante alcune ambiguità di Bonaparte che personalmente non nutriva grande simpatia per le religioni pur ritenendole un male necessario in quanto “impediscono ai poveri di uccidere tutti i ricchi”.

Nell’Ottocento, con l’emergere del capitalismo moderno, del movimento socialista e soprattutto del nazionalismo assistiamo a un improvviso slittamento della giudeofobia classica a vantaggio di un’ideologia tutta nuova, che rimescola gli antichi pregiudizi in un inedito paradigma complottista, attingendo persino alla biologia razziale per decretare la loro inferiorità. Fu l’ideologo e pubblicista tedesco Wilhelm Marr a utilizzare per la prima volta il termine di antisemitismo nel raggelante opuscolo La strada verso la vittoria del Germanismo sul Giudaismo (1879) in cui rappresentava gli ebrei come “un pericolo per la razza germanica”, invocando la loro completa rimozione dal paese.

Insondabili nel loro credo spirituale, inarrestabili nella loro capacità di creare reticoli complessi di ricchezza: la mitologia dell’ebreo infido dalle mani nodose e il naso arcuato che si arricchisce con i suoi commerci obliqui ai danni della comunità si impasta con l’odio dei cristiani, cattolici e riformati e con la ferocia delle borghesie reazionarie e nazionaliste, ma contagia anche le menti più stimabili e illuminate.

Fanno impressione, ad esempio, le considerazioni abiette di Voltaire (padre delle Lumières e del moderno concetto di tolleranza) nelle forme e nei contenuti espressi nel celebre Dictionaire Philosophique: “In loro vedrete soltanto un popolo ignorante e barbaro che unisce da sempre l’avarizia più sordida alla superstizione più detestabile”, un popolo “rampante nell’infelicità e insolente nella prosperità” (Essai sur le Moeurs). Anche quando si tratta di gettare fango contro i musulmani, Voltaire si accanisce sui loro fratelli maggiori: “Proprio come gli ebrei sono posseduti dalla brama di conquista, senza generosità, senza clemenza, senza ospitalità”. E così le persecuzioni subite sono nient’altro che la conseguenza di questa “natura” deviata che influenza il loro infausto destino: “Se gli ebrei volevano conquistare il mondo e sono diventati degli asserviti la colpa è soltanto la loro”.

Anche i socialisti utopisti come Pierre-Joseph Proudhon e Charles Fourier ci lasciano pagine degne di un propagandista del Terzo Reich. Guardate cosa scrive nei Carnets il gentile sognatore Proudhon, sentimentale filosofo “della miseria”: “Bisogna opporsi a questa razza che avvelena tutto e si infiltra ovunque senza mai fondersi con nessun popolo; bisogna abolire le sinagoghe e impedire loro di lavorare, fino a vietare del tutto il loro culto. Non è per nulla che i cristiani li chiamano deicidi: gli ebrei sono i nemici del genere umano, la loro razza deve essere mandata in Asia o al limite sterminata”.

Meno estremo ma ugualmente livido è Fourier, inventore del “falansterio”: “La nazione ebraica non è civilizzata, è patriarcale, non ha sovrano e crede lodevole ogni furberia, si dedica esclusivamente ai traffici, all’usura e alle depravazioni mercantili. Ogni governo dovrebbe costringere gli ebrei al lavoro produttivo e accettarli solo in minima percentuale” (Oeuvres complètes). Nel XIXesimo secolo, con l’esplosione del capitalismo industriale, si modellano i tratti dell’antisemitismo contemporaneo che scioglie le antiche credenze misogiudaiche del cristianesimo nell’immagine cospirazionista dell’ebreo burattinaio che, mosso dalla cupidigia, muove le fila dell’economia mondiale, lo stesso figuro che, per dirla con lo storico Jules Michelet “ha un’unica patria: la borsa di Londra. E un’unica radice: la terra dell’oro”.(Le peuple). Il caso Dreyfus, l’ufficiale ebreo francese accusato di alto tradimento, oltre a costituire uno degli errori giudiziari più celebri della Storia, è in tal senso il prodromo di quanto accadrà qualche decennio dopo nella Germania del Terzo Reich, che giunge all’idea folle del genocidio per eliminare alla radice il “problema ebraico”.

È in questo grumo ideologico che nasce il vero “romanzo di formazione” di ogni antisemita, i Protocolli dei savi di sion, un falso fabbricato nel 1903 dall’Okhrana, la polizia segreta dello Zar, che in pochi anni diventa un best-seller in tutta Europa e persino negli Stati Uniti, dove viene pubblicato su The Dearborn Independent, il giornale del magnate dell’auto Henry Ford, un antisemita viscerale. I Protocolli sarebbero dei verbali immaginari in cui i leader dell’ebraismo descrivono i loro “piani segreti” per conquistare e dominare il mondo, e giocheranno un ruolo di rilievo nell’arsenale della propaganda na- zista tanto che dal 1933, anno dell’ascesa di Adolf Hitler, entrano a far parte dei programmi scolastici tedeschi.

Tutto culmina nell’incomparabile tragedia della Shoah, nell’industria del genocidio nazionalsocialista, un’apocalittica “messa in opera” dell’odio razziale accumulato nei secoli che trova la sua soluzione finale nei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, Treblinka, Sobibor, Chelmo, Dachau, Buchenwald.

I sopravvissuti all’Olocausto pensavano che quel tributo inumano potesse bastare, che la nostra civiltà avesse destinato all’oblio eterno giudeofobia e antisemitismo. Era solo un sogno però, come ci mostra la storia recente, con le sue sovrapposizioni continue e abusive tra gli ebrei e i governi di Israele, con l’odio verso gli Yahoud che ormai dilaga nel mondo musulmano e quell’avversione piena di pregiudizi e stereotipi razziali che ancora oggi trova cittadinanza nel mondo occidentale e democratico.