sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

edizionecaserta.net, 6 agosto 2022

Un detenuto di 50 anni ha deciso di farla finita impiccandosi nella sua cella. Quando è stato dato allarme era oramai troppo tardi, hanno anche provato a rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare. Si tratta di Sossio Cicchiello originario di Frattamaggiore nel Napoletano.

Il pm di turno ha disposto autopsia, a breve la salma sarà trasferita presso l’ospedale di Caserta a Medicina Legale, si attende solo di completare l’iter con le autorizzazioni. La salma è stata trasferita a Medicina Legale di Caserta. Per impiccarsi il 50enne ha utilizzato pezzi di lenzuolo, quelli più spessi dalla parte della cucitura.

“È il terzo suicidio in Campania dall’inizio dell’anno, in Italia si è arrivati a 47. Ci potremmo domandare il perché il detenuto Sossio di 50 anni ha deciso di togliersi la vita in un carcere piccolo di dimensioni, in una cella singola. Qui era arrivato il 9 luglio da Poggioreale. Ci potremmo fermare alle responsabilità di singoli o responsabilità collettive, ma occorre andare oltre. Il carcere, luogo senza senso e a volte senza elementi relazionali per riprendersi la vita, subisce i rumori populisti delle persone e il populismo politico, alla rincorsa del consenso. E se ci aggiungiamo che non sono evidenti nemmeno i timidissimi provvedimenti deflattivi disposti dal Governo, allora la frittata è fatta!”, così Samuele Ciambriello, Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale commenta il suicidio nel carcere di Arienzo, avvenuto stanotte.

La salma, posta sotto sequestro, su disposizione dell’autorità giudiziaria è stata oggi trasportata all’obitorio dell’ospedale di Caserta, dove lunedì prossimo avverrà l’autopsia. In Italia, oltre ai suicidi, dall’inizio dell’anno, sono 79 i decessi all’interno delle carceri; 8 di questi sono avvenuti in Campania e le cause di due di questi sono ancora in corso di accertamento. Conclude così il Garante Ciambriello: “Proprio ad Arienzo, insieme al Garante della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, abbiamo potuto apprezzare buone prassi trattamentali sia all’interno dell’Istituto che all’esterno, attraverso la possibilità di lavoro per i detenuti. Noi Garanti volgiamo la nostra azione non solo per denunziare quello che non va, le compressioni dei diritti e delle garanzie dei detenuti, ma incoraggiamo e a volte promuoviamo azioni di prevenzione, progetti di solidarietà, di inclusione sociale per una pena costituzionalmente orientata. e per un carcere dove tutti i presenti, compresa la polizia penitenziaria, le direzioni, gli operatori socio- sanitari e i volontari si sentano uniti da un patto di responsabilità”.