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di Uski Audino

La Stampa, 2 novembre 2023

L’allarme antisemitismo si fa di giorno in giorno più concreto in Europa. La brace che covava sotto la cenere è pronta a riaccendersi. Anche fuor di metafora. A Parigi tornano le stelle di David sulle case degli ebrei, gli slogan antisemiti alle manifestazioni, gli attacchi alle sinagoghe. La notte di Ognissanti, quella di Halloween per alcuni, “è stato appiccato un incendio nella parte ebraica del cimitero centrale di Vienna”, ha twittato il presidente della comunità ebraica della città Oskar Deutsch su X ieri mattina. La camera antistante alla sala delle cerimonie, dove vengono celebrati i funerali, è bruciata mentre “svastiche sono state disegnate con lo spray sui muri esterni”. Quando le forze dell’ordine sono intervenute, intorno alle 8 di mattina, l’incendio si stava spegnendo da solo, ha riferito il portavoce dei vigili del fuoco. Non c’è stato nessun ferito, ma sono bruciati diversi libri antichi di grande valore e l’armadio sacro (Aron), ha specificato più tardi il presidente della comunità ebraica. Le indagini sulle cause dell’incendio ora passano agli inquirenti, ma ci sono pochi dubbi sull’origine dolosa. Il cancelliere austriaco Karl Nehammer è intervenuto a stretto giro per “condannare fermamente l’attacco”. “L’antisemitismo non ha posto nella nostra società. Spero che i colpevoli vengano rapidamente identificati”, ha scritto su X. Anche il presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen si è detto “profondamente scioccato” dall’incendio nel cimitero ebraico e ha sottolineato che “il numero di episodi di antisemitismo in Austria è aumentato in modo significativo nelle ultime settimane” e “gli ebrei austriaci devono poter vivere in sicurezza e pace”, ha postato sullo stesso social media. Dal massacro del 7 ottobre in Israele ad oggi, in effetti, sono stati registrati in Austria 165 attacchi a sfondo antisemita, riporta Deutsch. Nei primi tredici giorni del conflitto “c’è stato un aumento del 300% di aggressioni rispetto a quanto avvenuto in tutto il 2022”, riassume il segretario generale della comunità israelitica di Vienna, Benjamin Nägele. Non solo a Vienna, ma anche a Salisburgo e a Linz sono state strappate le bandiere di Israele, così come una vetrina di un negozio ebraico è finita in frantumi mentre i ristoranti ebraici rimangono deserti nel timore di attentati. La piccola repubblica alpina, riuscita nell’impresa leggendaria di far credere al mondo che Beethoven è austriaco e Hitler tedesco, si riscopre facile preda dei fantasmi del passato. Un passato che ora riemerge colorato di nuove sfumature. Secondo uno studio del Parlamento austriaco condotto la primavera scorsa, l’antisemitismo è ampiamente diffuso tra gli studenti e le studentesse di origine araba, tanto che più della metà di loro afferma che “se lo Stato di Israele non esistesse, regnerebbe la pace in Medio Oriente”. Antisemitismo di importazione? Anche qualche parallelo più a Nord, in Germania, la paura cresce. Dopo che Thomas Haldenwang, il capo dei servizi di intelligence interna, ha detto di “aspettarsi attacchi mirati”, martedì il presidente dell’associazione sportiva ebraica tedesca, la Maccabi Deutschland, ha dichiarato a nome dei giocatori: “Abbiamo paura”. Già in passato quando “le cose sono degenerate in Medio Oriente siamo stati considerati corresponsabili dello Stato ebraico”, ha detto il presidente Alon Meyer. Ma “dal 7 ottobre tutto è sfuggito di mano, alcuni allenamenti e partite sono stati cancellati”.

Anche il Papa ha sentito la necessità di lanciare l’allarme: “Purtroppo l’antisemitismo rimane nascosto. Lo si vede, nei giovan,i per esempio, di qua e di là che fanno qualche cosa. L’Olocausto non è bastato, questi 6 milioni di uccisi, schiavizzati... Purtroppo, non è passato”, ha detto Francesco nell’intervista al Tg1. All’antisemitismo originario di matrice cristiana, si somma dal 7 ottobre una recrudescenza dell’antisemitismo di importazione di matrice arabo-musulmana, che va a sua volta a sommarsi ad un antisemitismo politico di destra, alimentato di nuova linfa a partire dalla pandemia con le sue derive complottiste (vedi QAnon e i suoi fratelli), ampliate dai ripetitori social della composita galassia no-vax. E se tutto questo non bastasse, si aggiunge ora la durissima reazione di Israele agli attacchi di Hamas. Et voilà, l’incendio è servito.