sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Vinicio Micheletti

avellinotoday.it, 18 ottobre 2023

Nel cuore dell’estate del 2017, un’ombra di tragedia si è abbattuta sull’Istituto di Reclusione di Avellino, quando Luigi Della Valle, un detenuto originario di Montoro, ha deciso di porre fine alla sua vita impiccandosi nella sua cella. Questo gesto drammatico ha scosso la comunità e ha scatenato una lunga serie di eventi giuridici che continuano ancora oggi.

Luigi Della Valle aveva 44 anni all’epoca della sua morte ed era detenuto per reati di maltrattamenti in famiglia. Il suo passato era segnato da una lotta con la tossicodipendenza e l’alcooldipendenza, problemi che avevano influito pesantemente sulla sua salute mentale.

Recentemente, nel corso di un’udienza presso il Tribunale di Avellino, nuovi testimoni sono stati ascoltati su questo caso, su richiesta del Pubblico Ministero. Tra questi testimoni, uno era particolarmente significativo: l’agente penitenziario che aveva accompagnato Luigi Della Valle all’udienza il giorno precedente alla sua tragica morte. Purtroppo, si è trattato di un’occasione mancata per intervenire e prevenire il terribile gesto.

Inoltre, durante l’udienza, sono stati ascoltati un Operatore Socio-Sanitario (OSS) e due infermieri, i quali hanno fornito importanti dettagli sulle procedure seguite nel carcere per la gestione medica dei detenuti. È emerso che chi si occupava dei pazienti inseriva i dati nel computer e pianificava le visite specialistiche. Quando lo specialista era disponibile, veniva stampata una lista dei pazienti che avevano bisogno della sua assistenza. Questa lista veniva quindi consegnata al medico di guardia o stampata direttamente da quest’ultimo, che si occupava di gestire le visite allo specialista.

Le visite mediche venivano programmate seguendo un calendario basato su quelle precedenti, a meno che non ci fossero emergenze. In caso di situazioni urgenti, veniva data priorità alle visite mediche. Nonostante siano passati più di cinque anni dalla morte di Luigi Della Valle, la sua famiglia continua a chiedere giustizia. L’avvocato Rosaria Vietri, che difende la famiglia, insiste sul fatto che ci siano ancora questioni irrisolte in questo caso.

Le accuse più gravi, tuttavia, riguardano il medico generico del carcere di Bellizzi Irpino, difeso dall’avvocato Nicola D’Archi. Il medico è stato accusato di omicidio colposo per non aver valutato in modo adeguato il caso di Luigi Della Valle, tenendo conto delle sue patologie psichiatriche e del suo passato di tentati suicidi. Della Valle era stato salvato dai suoi compagni di cella in due occasioni precedenti.

Inoltre, il detenuto era in cura psichiatrica e riceveva psicofarmaci a causa della sua totale incapacità di gestire la rabbia. L’accusa di omicidio colposo si basa sul fatto che il medico generico avrebbe dovuto essere più vigile nella valutazione del pericolo di suicidio e nel monitoraggio dello stato di salute mentale di Della Valle.

Il caso di Luigi Della Valle solleva importanti questioni sulla gestione delle patologie psichiatriche nei detenuti e sulla responsabilità medica all’interno del sistema carcerario. La famiglia di Della Valle cerca giustizia per la morte del loro caro e spera che questo caso possa portare a una maggiore attenzione e sensibilizzazione sulla salute mentale dei detenuti e sulla necessità di procedure di valutazione più rigorose nei casi a rischio. La prossima udienza, adesso, è attesa per il 16 gennaio 2023.