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di Lorenza Rapini

La Stampa, 1 febbraio 2023

Nordio sul 41bis: “Il ministero non può intervenire”. Sul caso dell’anarchico è intervenuto anche il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo: “Sta scontando la pena come condannato in via definitiva”.

“La situazione di Cospito è bivalente. La condanna irrogata era basata sul riconoscimento di un delitto che il Pg di Torino non ha ritenuto corretto. Il reato di strage contestata a Cospito prevede la pena dell’ergastolo, anche se non ci sono vittime. Questo procedimento, sospeso in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, radica il 41 bis. Il tribunale di Sorveglianza ha rigettato il ricorso di Cospito, confermando il 41 bis”. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in conferenza stampa, mette a tacere le polemiche e le richieste su un suo intervento per far sì che sia revocato il regime del carcere duro all’anarchico, che da oltre 100 giorni sta facendo uno sciopero della fame e la cui salute si aggrava di ora in ora. Il legale ha riferito oggi che Cospito ha deciso di interrompere l’assunzione degli integratori. “Questa decisione mi inquieta, spero di farlo recedere”, ha commentato l’avvocato Flavio Rossi Albertini.

Ma sul carcere duro già nel Cdm di ieri il governo, in una nota congiunta, aveva dichiarato l’intenzione di proseguire con la linea della fermezza: “Non scendere a patti con chi usa la violenza”. “Non siamo assolutamente condizionati dalle vicende del detenuto Cospito che passa attraverso la valutazione dell’autorità giudiziaria”, ha ribadito oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ci sono, ha proseguito, “ricadute sull’ordine e la sicurezza pubblica e i fatti di questi giorni hanno imposto una riflessione e la necessità di innalzare il livello di attenzione rispetto alle effervescenze, alla capacità di porre in essere azioni da parte degli anarchici”.

Come ha sottolineato ieri Nordio, “la tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità”. E oggi Antonio Tajani ha ricordato che Cospito “è stato trasferito al carcere di Opera per garantire la sua sicurezza sanitaria”. “La scelta - ha spiegato il ministro degli Esteri - è stata fatta perché Opera ha la struttura sanitaria più efficiente d’Italia in ambito carcerario ma il regime detentivo del detenuto Cospito non è cambiato. Poi la magistratura prenderà le sue decisioni”. Nordio riferirà nuovamente domani pomeriggio alle 16 all’Aula della Camera sulla vicenda.

L’intervento di Donzelli - Sul caso in giornata bagarre anche alla Camera. “Cospito ha incontrato mafiosi e il 12 gennaio 2023, mentre parlava coi mafiosi ha incontrato anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora voglio sapere, questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia? Lo vogliamo sapere in quest’aula oggi”, ha dichiarato il deputato di FdI Giovanni Donzelli, che ha poi definito Cospito un “influencer che sta utilizzando questo strumento” - riferito al 41 bis - e “che sta utilizzando la mafia per far cedere lo Stato sul 41 bis”.

Dopo l’intervento di Donzelli, la seduta dell’Aula - nella quale si stava esaminando la proposta di istituire anche in questa legislatura la commissione Antimafia - è stata poi sospesa e rinviata al termine della riunione dei capigruppo in programma alle 15. Ma intanto è arrivata la proposta di Federico Fornaro (Pd) di istituire “una commissione, un Giurì d’onore secondo il regolamento della Camera, che giudichi la fondatezza dell’accusa di Donzelli, che ha leso l’onorabilità dell’onorevole Serracchiani e del Pd. Al capogruppo Foti dico, Donzelli deve scusarsi”. Immediata la replica di Donzelli: “Le scuse? No. Andrò volentieri al Giurì d’onore per chiedere al Pd di chiarire le sue parole. Mi auguro che la sinistra italiana che sta balbettando su Cospito chieda scusa agli italiani”.

“Ogni minuto che passa la posizione di Donzelli si aggrava”, ha aggiunto il deputato dem e vicesegretario del Pd Beppe Provenzano, che si è poi rivolto al ministro della Giustizia: “Chiediamo al ministro Nordio di chiarire in quest’Aula alcuni particolari emersi dall’intervento di Donzelli, che ha chiarito di non essere venuto in possesso di quelle informazioni dal Copasir, ma non ha chiarito come ne è venuto in possesso. A noi risulta che le informative del Dap entrano nella disponibilità del Dap ed è il ministro della Giustizia a decidere l’eventuale diffusione di queste informazioni e allora Donzelli e tutto il gruppo di FdI devono chiarire come sono venuti in possesso di queste informazioni riservate e quando”.

Il dibattito sul 41bis - Nel frattempo dibattito sul carcere duro sta coinvolgendo anche il Paese. Una scritta “41 bis= tortura” è comparsa su un muretto di piazza Marcello Torre al Centro Direzionale di Napoli, a pochi metri dal Palazzo di Giustizia. Analoghe scritte sono comparse, in questi giorni, in diverse città italiane in favore di Cospito. A Milano, due striscioni sono stati appesi nella notte sui ponti del Naviglio Pavese, all’altezza di via Gola. Uno dei due è stato esposto in solidarietà di Alfredo Cospito, “41 bis uguale tortura. In solidarietà ad Alfredo da 101 giorni in sciopero della fame”, si legge. Il secondo invece era per Ahmad Saadat, segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. “Libertà per Ahmad. Free the mall”, recitava la scritta accompagnata dalla firma del gruppo Giovani palestinesi.

Il legale di Cospito: “Sua battaglia contro sistema barbaro” - “Stiamo passando dalla questione giuridica alla fantapolitica. Pensare che un personaggio come Cospito possa fare intelligenza con la criminalità organizzata per compiere qualcosa, mi sembra una affermazione che va al di là di ogni ragionevolezza. Cosa diversa è affermare che Cospito, essendo un personaggio politico, un soggetto che un tempo si sarebbe chiamato un rivoluzionario, nel momento in cui si è trovato nel 41 bis, chiaramente non ha intrapreso una battaglia esclusivamente per sé - certamente centrale è la revoca del suo provvedimento - ma nel momento in cui si è reso conto a che cosa sono sottoposti 748 esseri umani in questo Paese, ha voluto affermare che la sua battaglia non è esclusivamente per sé ma è contro un sistema barbaro, medioevale da Santa Inquisizione. Cospito ha semplicemente sollevato il problema”. Così Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito, intervistato su Rai Radio1. “È la direzione che sceglie l’area di socialità - ha continuato l’avvocato - che sceglie con quali soggetti porre un detenuto al 41 bis”. “Sono 4 persone - ha concluso Rossi Albertini -. Le sceglie la direzione. Quindi queste 3 persone, oltre al Cospito, sono le uniche con cui lui può parlare”.

L’intervento di Saluzzo - Sul caso Cospito è intervenuto anche il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, che ha ricostruito la vicenda dell’anarchico: “È stato processato e condannato per una serie di reati (taluni assai gravi) e la Corte suprema di Cassazione, decidendo sui ricorsi, proposti dagli imputati e da questa procura generale, ha respinto il ricorso dell’imputato Cospito e ha accolto il ricorso di questo Pg nei confronti proprio di Cospito e altri. La Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio alla Corte di Torino, la condanna per Cospito con riferimento all’episodio relativo all’attentato, realizzato con esplosivi temporizzati alla Scuola allievi carabinieri di Fossano e lo ha riqualificato come “strage” con connotazioni e finalità politica, un reato più grave di quello originariamente ritenuto dai giudici di merito. Di conseguenza, la sentenza di condanna per tutti gli altri reati contestati a Cospito è divenuta definitiva”.

“Per questi reati - ha proseguito - il mio ufficio ha emesso ordine di esecuzione della pena (20 anni) e ha cumulato anche le condanne definitive emesse da altre autorità giudiziarie per complessivi anni 30 di reclusione. Per effetto di ciò, il signor Cospito sta ora scontando, come condannato in via definitiva, quella pena”. In conclusione la precisazione: “La posizione processuale (condanna e attesa di residuo giudizio) non ha nulla a che vedere con quella che viene chiamata (impropriamente) misura del 41 bis ordinamento penitenziario, poiché quel regime differenziato di detenzione viene applicato a soggetti dei quali si riconosca la particolare pericolosità, imputati o condannati per taluni gravi reati previsti dalla legge e la possibilità e capacità di mantenere, pur se detenuti, collegamenti con le associazioni, mafiose terroristiche o eversive”.

Incontro tra pm e investigatori sulle indagini - Si è svolto oggi in Procura a Roma un incontro tra i magistrati del pool antiterrorismo, coordinati dall’aggiunto Michele Prestipino, e gli investigatori del Ros e della Digos per fare il punto sulle indagini relative ai blitz compiuti dagli anarchici negli ultimi mesi anche a sostegno di Alfredo Cospito. In base a quanto si apprende al momento a piazzale Clodio ad oggi sarebbero aperti una ventina di procedimenti. Fascicoli che riguardano anche le azioni contro le sedi diplomatiche e funzionari avvenute ad Atene, Barcellona e Berlino. All’attenzione dei pm anche il lancio di una molotov avvenuto sabato notte verso un commissariato nella zona Prenestina e l’incendio di alcune auto avvenuto ieri nel quartiere Montesacro.