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Il Dubbio, 3 marzo 2023

È una vicenda drammatica ai confini tra la follia e l’etica. Una donna di nazionalità belga, di 56 anni, condannata all’ergastolo nel 2008 per aver ucciso i suoi cinque figli (che avevano fra i 3 e i 14 anni), è morta ieri mattina tramite eutanasia in un ospedale della regione della Vallonia in Belgio.

La notizia è stata riportata dai quotidiani locali. Si chiamava Geneviéve Lhermitte: è deceduta all’ospedale Leonardo da Vinci di Montigny- le-Tilleul dopo aver chiesto e ottenuto l’eutanasia “per sofferenza psicologica irreversibile”, come riporta l’edizione online del giornale Sudinfo.

Questi i fatti: il 28 febbraio 2007, Lhermitte uccise a coltellate uno dopo l’altro i suoi cinque figli nelle rispettive stanze, approfittando dell’assenza del marito che era in viaggio all’estero. Al termine della mattanza tentò senza successo di togliersi la vita, lasciando un biglietto per la richiesta di soccorsi. Il Tribunale di Nivelles, a sud di Bruxelles, la condannò all’ergastolo nel dicembre 2008, dopo che la giuria la ritenne capace di intendere e di volere e colpevole di omicidio premeditato.

Il caso sconvolse profondamente l’opinione pubblica belga, che seguì con attenzione lo sviluppo delle indagini e del processo. Fino al giorno stesso del giudizio, gli psichiatri che avevano esaminato le condizioni di Lhermitte la ritennero responsabile delle proprie azioni, nonostante fosse in uno stato di ansia acuta e di depressione. Ma durante le udienze, emerse una lettera che la donna aveva scritto al suo psicologo il giorno prima degli omicidi, lettera in cui rivelava i propri piani per suicidarsi e “prendere con sé” i figli.

Una seconda analisi svolta dopo questa rivelazione indicò che la donna non poteva essere ritenuta responsabile delle sue azioni, raccomandando il suo ricovero in una clinica psichiatrica. Dopo l’incarcerazione, Lhermitte aveva beneficiato della libertà condizionale per essere sottoposta a cure psichiatriche. Poi la drammatica decisione sull’eutanasia avallata dalle autorità. Il Belgio è in assoluto il paese europeo che ha le leggi più liberali sulla possibilità di ricorrere al suicidio assistito.