di Enzo Spiezia
ottopagine.it, 18 febbraio 2023
Una perizia che serva a superare le opposte conclusioni alle quali sono giunte le consulenze del Pm, della parte civile e le due della difesa. L’ha disposta il giudice Fallarino, che il 3 marzo affiderà l’incarico, nel processo a carico dei due sanitari (avvocati Vincenzo Regardi e Fabio Russo), due medici che, operando presso la casa circondariale di contrada Capodimonte in base a una convenzione con l’Asl, sono stati chiamati in causa nell’indagine sulla morte di un detenuto, Agostino Taddeo, 59 anni, già noto alle forze dell’ordine, avvenuta il 13 ottobre del 2016 al Rummo.
Taddeo stava scontando una condanna a tre anni, diventata definitiva, che gli era stata inflitta per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Accusava dolori nella zona sinistra del torace ed intercostali che aumentavano con il respiro, il 6 ottobre era stato trasportato in ambulanza al Rummo, dove era stato sottoposto ad alcuni accertamenti e gli era stata praticata un’angioplastica coronarica per un infarto del miocardio. Era stato successivamente ricoverato nel reparto di rianimazione, dove, a distanza di alcuni giorni, il suo cuore si era fermato per sempre.
La salma era stata sequestrata all’epoca su ordine del pm Iolanda Gaudino, titolare di un’indagine inizialmente contro ignoti. Il medico legale, la dottoressa Monica Fonzo, aveva eseguito l’autopsia, ravvisando elementi di presunta responsabilità a carico dei dottori in servizio presso il carcere e non di quelli del Rummo. Tre i professionisti tirati in ballo inizialmente per aver visitato Taddeo dal 3 al 5 ottobre, nel mirino degli inquirenti presunte condotte colpose: non avrebbero diagnosticato in tempo, né avrebbero ordinato il suo trasferimento d’urgenza in ospedale, il problema che affliggeva l’uomo. Uno dei medici era stato assolto nel gennaio del 2020, per non aver commesso il fatto, al termine di un rito abbreviato, mentre gli altri due erano stati spediti a giudizio. Per i familiari della vittima, parti civili, gli avvocati Vincenzo Sguera e Luca Russo.