di Rosanna Scardi
Corriere della Sera, 11 dicembre 2022
Il progetto coinvolge 20 detenute ed è promosso dal Sistema bibliotecario urbano. Si sono avvicinate alla lettura grazie a libri speciali come graphic novel, albi illustrati, silent book e pop up artistici. Sono le 20 detenute che compongono Il circolo delle narratrici nel carcere di Bergamo. A conclusione della formazione effettuata nella biblioteca della sezione femminile di via Gleno, domani (11 dicembre), alle 14.30, il gruppo coinvolto nel progetto, in collaborazione con le bibliotecarie, si presenterà agli ospiti della Casa circondariale.
L’iniziativa è stata promossa dal Sistema bibliotecario urbano del Comune di Bergamo e dall’associazione Il Cerchio di Gesso e sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca; rientra nelle iniziative di Bergamo Capitale del volontariato 2022 e affianca i professionisti già attivi nel carcere, supportando il loro operato. Domani le narratrici proporranno “Letture, racconti e compagnia”, narrazioni che saranno condivise nel teatro interno al carcere, esclusivamente con detenute e detenuti, volontarie e volontari. “All’inizio - racconta Candelaria Romero, formatrice dell’associazione e coordinatrice del Circolo dei narratori di Bergamo - ho proposto esercizi di narrazione orale come il presentarsi, in un minuto, sedute sulla sedia del narratore, guardando le altre negli occhi, partendo dal loro nome, spiegando come vogliono o non vogliono essere chiamate. Sono emersi il loro vissuto e i ricordi d’infanzia”.
Piano piano, la formatrice ha iniziato a conoscere le sue narratrici, i loro interessi e le idee. Cinque gli incontri del corso, a cadenza settimanale, anticipati da altri conoscitivi, nella biblioteca della sezione femminile, prima poco frequentata. “Il loro desiderio era parlare di relazioni - prosegue l’esperta -, affetti, perdita, oggetti cari e animali. Il tutto si ritrova nelle stanze della casa, che è diventato il tema principale. Senza imporre nulla, le detenute hanno scelto testi in varie lingue che leggeranno: sono tratti dalle “Favole al telefono” di Gianni Rodari, scritti di Pablo Neruda, poesie di Wislawa Szymborska e c’è pure una canzone di Vinicio Capossela”.
Lo stesso vissuto di Candelaria Romero si incrocia con questi sofferti percorsi di vita. “Per me non è stato facile entrare in carcere - spiega -. Mio padre ha sofferto le torture subìte durante la sua detenzione in Argentina negli anni ‘70 e la sua voce e le sue urla le sento ogni volta che entro nel carcere di via Gleno, ma lui è riuscito lo stesso a fare della vita una poesia. Le bibliotecarie, con la loro competenza, sono in mezzo a tutte le fatiche delle vite delle detenute, un piccolo faro che illumina, come un libro luminoso”.
Il circolo dei narratori nella biblioteca della sezione femminile del carcere di Bergamo, replica, con le necessarie e peculiari differenze, l’esperienza in atto dal 2013 nelle biblioteche di Bergamo, Dalmine e Stezzano, che coinvolge 120 volontari. “Attraverso il progetto organizzato per le detenute - conclude Nadia Savoldelli, vicepresidente del Cerchio di Gesso - che continuerà nel tempo e nella formazione, ci proponiamo di valorizzare le diverse realtà presenti, trattando i temi della convivenza tra culture, esperienze, lingue, usanze e abitudini diverse in uno spazio di condivisione delle loro biografie personali intrecciate con le grandi storie delle letterature”.