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di Mauro Zola

La Stampa, 15 aprile 2024

Scalfarotto raccoglie le proteste del sindacato Osapp: “Celle sovraffollate ovunque, ma non nella sua città”. C’è voluto un po’ di tempo, ma in questi ultimi giorni l’attacco del sindacato della Polizia penitenziaria Osapp al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha scosso il mondo della politica. È stata infatti presentata da Italia Viva un’interrogazione al ministro Nordio e ieri l’Associazione Radicale Adelaide Aglietti lo ha attaccato in una conferenza stampa. A firmare l’interrogazione di Italia Viva, partito che da tempo ha Delmastro nel mirino, è stato in questo caso il senatore Ivan Scalfarotto, che si occupa della situazione delle carceri.

Il segretario dell’Osapp Leo Beneduci aveva contestato a Delmastro il fatto che al carcere di Biella non vengano più assegnati detenuti, il numero di questi sarebbe infatti inferiore alla capienza (in totale sarebbero 332), contro i 370 che la struttura può contenere a regime ordinario, potendo arrivare fino a 570 in caso di bisogno. Questo mentre, secondo Beneduci, a Torino il problema del sovraffollamento avrebbe raggiunto livelli di crisi, con 1.500 ristretti a fronte di una capienza di 1.091. Inoltre mentre in molte strutture mancherebbero gli agenti della penitenziaria, tanto che a Cuneo e a Torino spesso non riuscirebbero a consumare il pasto in mensa per carenza di personale, a Biella il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria avrebbe inviato a Biella del personale in missione forfettaria a 110 euro di compenso giornaliero, questo compresi cinque ispettori e il comandante attualmente in servizio, tema su cui l’Osapp avrebbe già chiesto l’intervento della Corte dei Conti.

Tutti argomenti che Scalfaroto riassume nell’interrogazione. “La grave situazione di carenza di personale di polizia penitenziaria negli istituti carcerari - scrive il senatore - stride fortemente con la situazione del carcere di Biella, che sembra aver goduto delle attenzioni del sottosegretario Delmastro, ad esempio quando ha sollecitato l’espulsione forzata dei detenuti stranieri ivi collocati, o quando ha dato corso a diversi interventi e incontri con i sindacati di polizia penitenziaria, anche di carattere ludico e all’interno del carcere, con personale della polizia penitenziaria che indossava magliette bianche con la scritta “Anche io sono Delmastro”.

Scalfarotto chiede quindi al ministro alla Giustizia “chi abbia dato ordine di bloccare le assegnazioni dei detenuti al carcere di Biella” e “se non ritenga necessario verificare le ragioni delle mancate assegnazioni e contestualmente di accertare le motivazioni del ricorso alle missioni”. Tante anche le domande presentate in conferenza stampa dai radicali Lorenzo Cabulliese e Igor Boni, che partono da un presupposto: “Il caposcorta di Delmastro, Pablito Morello, che era con lui presente ai famigerati fatti del capodanno di Rosazza, arriva dagli agenti penitenziari del carcere di Biella. Così il suo autista. Il rapporto tra il sottosegretario e gli agenti del carcere di Biella è un fatto”.

Da lì le domande: “Delmastro ci dica se è intervenuto per fermare i trasferimenti di detenuti a Biella per fare un favore ai suoi amici e per quale motivo il Dipartimento rinnova missioni a Biella e non in altre strutture come Torino dove mancano all’appello circa 200 agenti. Se corrispondesse al vero che Delmastro ha agito favorendo la struttura a lui amica, è evidente che saremmo di fronte a una violazione di gravità inaudita, ma attendiamo una risposta”.