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di Floriana Rullo

Corriere di Torino, 15 giugno 2023

Potranno tornare a lavorare i 23 agenti sospesi dal servizio in carcere a Biella perché accusati di presunte violenze ai danni di alcuni detenuti. Ad annullare le sospensioni il Tribunale del Riesame. È stato inoltre riqualificato il reato di torture di cui erano accusati, sostituito da quello di abusi di autorità nei confronti di arrestati o detenuti, che prevede un eventuale pena massima di trenta mesi e quindi non comprende l’applicazione di misure cautelari. Un ribaltamento di fronte che avrà effetti pesanti anche sull’eventuale processo a carico degli agenti.

A segnare la differenza tra le due imputazioni il fatto che per rientrare nell’ambito della tortura i comportamenti violenti verso i detenuti dovrebbero configurarsi come una pratica abituale, cosa che non sarebbe emersa nel corso dell’udienza del Riesame. Tra i casi contestati quello di un detenuto immobilizzato, anche usando del nastro adesivo per bloccargli le gambe, o l’uso di manganelli. Tutto ripreso dalle immagini delle telecamere.

Per il vice commissario, già trasferito a Palermo, erano subito scattati gli arresti domiciliari, mentre per gli altri la richiesta aveva riguardato la sospensione del servizio, di sei mesi per chi aveva dato un “supporto morale” ai presunti abusi, per otto o dodici mesi per chi aveva partecipato.