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Il Manifesto, 13 luglio 2023

Il decesso in circostanze misteriose dell’oppositore di Lukashenko. Nel 1999 rovesciò letame davanti al palazzo presidenziale. Le accuse della moglie, Janina Demuch, al regime di Minsk.

È morto in carcere Ales Pushkin, l’artista dissidente che nel 1999 aveva ribaltato un carro di letame fuori dal palazzo presidenziale di Minsk. Pushkin, 57 anni, è deceduto in circostanze misteriose “nell’unità di terapia intensiva della prigione” di Grodno, accusa la moglie, Janina Demuch.

Le vicende giudiziarie di Pushkin iniziano nel 1999, in seguito alla sua protesta eclatante di fronte all’ufficio di Lukashensko, che l’artista prende di mira direttamente infilzando con un forcone la sua foto su una carriola carica di escrementi. Il tribunale lo condanna a due anni. Nel 2021 viene arrestato di nuovo per aver partecipato alle proteste antigovernative e viene condannato a 5 anni per incitamento all’odio e “profanazione di simboli di Stato”, a causa dell’esposizione di un ritratto di Evgeny Zhikhar, un nazionalista bielorusso collaboratore dei nazisti durante la II Guerra mondiale. In tribunale, durante la lettura della condanna, si spoglia completamente per protestare contro l’illegittimità della sentenza. Trascorre due settimane in isolamento e il successivo anno e mezzo in carcere. Finché non si ferisce allo stomaco e viene trasferito a Grodno dove ieri notte è stato trovato morto. “È chiaro che Pushkin è diventato un’altra tragica vittima del regime di Lukashenko”, ha dichiarato Svetlana Thikanovskaja, leader dell’opposizione bielorussa in esilio.