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di Federica Orlandi

Il Resto del Carlino, 25 luglio 2023

Alla Dozza stop ai nuovi ingressi lo scorso weekend. Già 300 detenuti in più della capienza massima. Il Garante: situazione insostenibile, abbiamo proposto di far circolare l’aria durante la notte. L’urlo di dolore arriva anche da chi lavora nel carcere, agenti di polizia penitenziaria in testa, oltre che dai detenuti, tramite il loro Garante.

Nella casa circondariale Rocco D’Amato, a Bologna, non ci si sta più. A causa del sovraffollamento - annoso problema esacerbato dai lavori di ristrutturazione in corso che a turno interessano le diverse ali del penitenziario, con conseguente trasferimento in altri reparti dei detenuti che via via devono liberare gli spazi - e in queste settimane, naturalmente, del caldo.

Sono 806 i detenuti attualmente presenti nel carcere della Dozza. La capienza massima dovrebbe essere di 502. Colpo di grazia alla tenuta, il blitz della polizia che giovedì scorso ha portato all’arresto di una banda di spacciatori (21 gli arresti disposti, ma alcuni erano già in carcere), mettendo definitivamente in crisi il sistema e in particolare la straripante sezione dei ‘nuovi giunti’. Al punto che la direttrice Rosalba Casella ha chiesto al Provveditore il nulla osta allo stop degli accessi di detenuti per sabato e domenica appena trascorsi, ottenendolo. Ma anche i reparti del giudiziario registrano in realtà il ‘tutto esaurito’. Alcuni detenuti sono costretti a restare chiusi in camera per rispettare il divieto d’incontro con altri ristretti, che però sono costretti a convivere nella stessa sezione perché non c’è posto altrove. E la tensione rischia di salire.

Il Garante dei detenuti bolognesi, Antonio Ianniello, si sta battendo per migliorare le condizioni delle persone che vivono nel carcere e già a giungo aveva inviato alla direzione alcune proposte per prevenire problemi legati all’arrivo della stagione calda e delle sue ondate di temperature asfissianti. In una lunga missiva alla direttrice Casella, aveva perciò presentato la necessità di “rimodulare gli orari di permanenza all’aria aperta, evitando le ore più calde, e prevedere menù con alimenti più adatti alla stagione; aprire il blindo delle celle di notte per fare circolare l’aria e ampliare la possibilità di utilizzare frigoriferi nei reparti; implementare i punti idrici a getto o i nebulizzatori nei cortili di passeggio”. Tra le richieste, in cui compare anche quella di “intensificare la possibilità di effettuare telefonate, essendo il periodo estivo quello in cui si accentuano le situazioni di disagio per la popolazione detenuta”, ha incontrato il favore e la disponibilità della direzione quella di provvedere all’acquisto di ventilatori che rispettino le norme di sicurezza necessarie.

“Siamo molto contenti di vedere questo sforzo da parte della direzione - conferma il garante Ianniello -. In passato c’erano problemi di allacciamento alla rete elettrica che impedivano di installare ventilatori, perciò avevo proposto di acquistarne di piccolini, a batteria. Ora invece pare che i lavori all’impianto abbiano risolto la questione e sia perciò possibile installarne alcuni almeno nei piani alti, quelli più vicini al tetto e che d’estate si trasformano in un forno - prosegue il garante -. Devono avere caratteristiche specifiche e rispondere a standard di sicurezza molto particolari, trattandosi di un carcere, ma confidiamo si riescano a individuare e installare al più presto”.

L’insostenibilità della situazione è testimoniata anche dal sindacato che rappresenta alcuni agenti della polizia penitenziaria, la Fp Cgil: “Da tempo denunciamo la grave situazione di sovraffollamento dell’istituto bolognese - attacca il coordinatore, Antonino Soletta.

Il blocco degli ingressi di nuovi giunti, anche se solo per il weekend, è una misura che condividiamo, ma che riteniamo tardiva e troppo limitata. Per noi, il periodo di sospensione va mantenuto per il tempo necessario a riportare la situazione ad adeguate condizioni di vivibilità per i detenuti e di lavoro per il personale. La situazione nel reparto infermeria è insostenibile. Servono provvedimenti decisi: allontanare qualche detenuto serve solo a liberare pochi posti letto, per poche ore”.