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di Federica Orlandi

Il Resto del Carlino, 21 agosto 2024

Detenuti protestano con la “battitura”. Sovraffollamento e criticità denunciate dai sindacati. Garanti visitano la struttura. La tensione alla Dozza resta altissima. Dopo le aggressioni ai danni di tre poliziotti penitenziari finiti all’ospedale mentre cercavano di sedare una rissa tra alcuni detenuti, la situazione non si è placata. Fino alla tarda serata di lunedì una decina di detenuti del piano penale ha protestato con la tecnica della ‘battitura’, che consiste nello sbattere pentole e stoviglie contro le sbarre delle loro celle, creando una insopportabile cacofonia, per i disagi ormai tristemente noti, il sovraffollamento in primis. Ricordiamo che la Dozza ospita al momento poco meno di 850 detenuti a fronte di una capienza massima di 446.

Ieri poi, il secondo piano giudiziario - quello che ospita il reparto ‘chiuso’ 2B, particolarmente problematico proprio per gli episodi di violenza che vi si verificano e che ha ospitato appunto quello di lunedì, sia la rissa tra i detenuti sia il ferimento dei tre poliziotti - ha fatto eco alla ‘battitura’, che si è ripetuta anche ieri pomeriggio, assieme a qualche momento di tensione e protesta ben presto rientrato. Proprio ieri, inoltre, il garante regionale dei diritti dei detenuti Roberto Cavalieri e quello comunale Antonio Ianniello, sono andati in visita alla Dozza per accertarsi di persona della situazione all’interno della casa circondariale e delle persone che ospita.

Le problematiche, del resto, sono a più riprese denunciate dai sindacati di polizia penitenziaria che operano nella casa circondariale Rocco D’Amato. “Il carcere è il ripostiglio dei problemi sociali”, l’aveva metaforicamente descritto Nicola D’Amore, poliziotto penitenziario e sindacalista Cisl parlando con il Carlino un paio di settimane fa, che puntava il dito anche contro le scarse opportunità di lavoro e di rieducazione per i detenuti e la problematicità nella gestione di soggetti psichiatrici o con dipendenze, come ribadito anche ieri alla luce del grave accaduto nel penitenziario bolognese.