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di Federica Nannetti

Corriere della Sera, 7 agosto 2023

Gianfranco Marcelli ha dato vita all’associazione “Chiusi Fuori” dieci anni fa: “L’obiettivo è ridare la libertà a chi come me è uscito di prigione, combattendo gli atti vandalici”. Riparare è diventata la sua missione di vita e non solo nel senso di rimettere a posto un oggetto rotto o malfunzionante. L’obiettivo è quello di ovviare a un errore e, ancora di più, di difendere le persone e i loro beni da un pericolo o da un disagio sociale.

Sono già passati dieci anni da quando Gianfranco Marcelli, ex detenuto per alcune rapine in banca e meglio conosciuto come Ribelli per il suo carattere, ha fondato l’associazione Chiusi Fuori di Bologna. Una realtà che vuole riunire e ridare la vera libertà a chi, come lui, è uscito di prigione. Riparare l’anima attraverso il lavoro e la collaborazione è la missione dell’associazione. Proprio per questo motivo Marcelli e i suoi compagni rimettono a posto bici, panchine e persino muri, ripulendoli da graffiti invadenti.

La ciclofficina - “Da gennaio a luglio saranno passati per Chiusi Fuori un’ottantina di persone”, ha raccontato lui che, insieme ad altri quattro ex detenuti, ha fondato l’associazione mettendo fuori 250 euro a testa. E sono ancora qui. “La ciclofficina va alla grande - ha poi aggiunto -, cambiamo e sistemiamo un po’ di tutto con gli attrezzi che abbiamo”, non manca proprio nulla. Nemmeno la clientela, che arriva un po’ dappertutto: “Il Comune fornisce a noi e ad altre associazioni le biciclette da sistemare - ha continuato Marcelli - ma non è di certo un modo per arricchirsi. C’è anche chi viene con la sua bici e chiede di sistemarla o, addirittura, chi semplicemente di utilizzare gli attrezzi. Spesso arrivano anche ragazze a chiedere di potersi aggiustare un pezzo: sono rimasto meravigliato le prime volte, ma saranno quattro o cinque mesi che questa cosa è esplosa. È un bel segnale”. Per avere qualche strumento, nemmeno un euro viene chiesto: “Perché dovrei? Per aver fatto gonfiare una ruota? Dovrei chiedere 30 centesimi?”. Nemmeno pensarci.

La lotta al vandalismo - Sempre loro, un po’ a turno, in questi giorni stanno riparando anche le panchine di alcuni parchi della città e lo stesso vale per la pulizia dei muri. La chiamano lotta al vandalismo grafico: “È come fornire ogni volta un foglio bianco - dice Marcelli -. Spesso capita che un muro appena pulito torni a essere sporcato e violato da graffiti, ma non per questo ci arrendiamo”. Si può dire che Chiusi Fuori abbia saputo riparare anche il tessuto urbano del quartiere intorno a via San Leonardo, tanto che la comunità ne è “sempre più riconoscente - aggiunge Marcelli -, ci ringrazia per esserci e qualcuno ci indica pure come destinatario per i pacchi Amazon”. Allo stesso tempo Gianfranco ha riconquistato anche il senso della sua libertà: “Ci ho messo un po’ a capire di essere davvero libero una volta uscito dal carcere. Me ne sono reso conto un giorno sotto la pioggia, uscito dalla biblioteca Salaborsa perché mi sono potuto bagnare”. La lettura l’ha scoperta in prigione e ora è pane quotidiano: si ritaglia sempre un po’ di tempo, magari in camper: “Sono intenzionato a lasciare casa, non ne posso più dell’affitto - ha concluso -: vorrei andare a vivere in camper, così da poter organizzare anche qualche viaggio con i ragazzi di Chiusi Fuori”.